GROSSETO – «Si avvicina l’apertura della caccia, gli animi si surriscaldano e tutti sulla stampa vogliono dire la sua, chi è favorevole alle mattanze, chi sostiene che sia un problema etico e chi inventa leggi e regolamenti per eradicare o perlomeno diminuire la presenza del cinghiale nella nostra Regione Toscana. L’unica verità è che dopo tanto fracasso e tante risorse sprecate risultati zero». Inizia così la nota di Luciano Monaci, presidente di Federcaccia che giudica la politica messa in campo in questi mesi per il contenimento del numero di cinghiali un flop
«Ceroni sponsorizza la pillola anticoncezionale, Franci invoca attenzione e rispetto perlomeno per la prole, Remaschi sostiene la Legge Obbiettivo e si accontenta dei modesti risultati ottenuti. Nessuno però si ricorda che i cacciatori, ostacolando la legge obbiettivo, avevano avvertito che i risultati sarebbero stati modesti e che era necessario intraprendere altre vie, collaudate e certe di risultati tangibili, come avviene nelle aree vocate al cinghiale assegnate alle squadre di cinghialai, monitorate e gestite tutto l’anno. Ad ognuno il suo mestiere, politici che fanno i tecnici, tecnici che non conoscendo realtà e territorio pontificando soluzioni applicate nell’Europa del nord, che niente hanno a che fare con le nostre realtà, la nostra storia e la nostra cultura venatoria, creando problematiche e disagi nella gestione e nella salvaguardia dei cittadini e della biodiversità. Siamo un paese dove raramente riusciamo a focalizzare il problema, sederci intorno ad un tavolo e con le professionalità presenti, con i dati acquisiti, scevri di pregiudizi e interessi di parte trovare soluzioni a favore della comunità e dell’ambiente. Stiamo distruggendo tutto quello che ci circonda, non abbiamo rispetto per nessuno, un consumismo esasperato distrugge il nostro vivere e la nostra esistenza, dando spazio a scellerate scelte e pericolosi progetti. La modifica della Legge sui Parchi la N° 394, tornata al Senato per la sua approvazione, disegna L’Italia, e in particolar modo la Toscana, terra a completa tutela e gestione da parte dei comitati dei parchi e delle zone protette».
«La caccia anche nelle aree contigue, alle aree protette e ai parchi, in mano al mondo ambientalista e animalista, che rivendica nuovi contributi economici con tanti zeri, pensate che sia la soluzione per risolvere il problema degli ungulati, o gli interessi sono altri, il cinghiale con le sue problematiche serve a coprire interessi ben più grossi che trasformeranno il nostro territorio in un’oasi ingessata e impossibile da gestire. Un popolo intelligente che non riesce a gestire la selvaggina e governare la sua massiccia presenza è un popolo sconfitto e alla deriva, noi cacciatori ancora abbiamo gli obbietti ben chiari e lotteremo per riportare chiarezza e conoscenza, nel rispetto dell’altrui diritti ma senza perdere di vista i nostri. Chiediamo più considerazione e dialogo, dateci la possibilità di esprimerci e con la collaborazione e la condivisione ragionevole siamo in grado di risolvere, in ambito ambientale e faunistico problematiche di ogni genere, come avviene da anni in tutta Europa. Per questo invitiamo i cacciatori e i cittadini il 21 di Luglio, alle ore 21.00, ad un incontro pubblico a Grosseto in sala Pegaso nel palazzo della Provincia, per discutere sulle problematiche sopra esposte, per dare una svolta alla caccia in Toscana, interverranno: Marco Romagnoli segretario della Confederazione Cacciatori Toscani, Moreno Periccioli ( Federcaccia), Franco Bindi ( Anuu Migratoristi), Francesco Rustici ( Associazione Regionale Cacciatori Toscani)».