Torna la rubrica curata dal Collegio Ipasvi di Grosseto. Qui trovate tutte le altre puntate: www.ilgiunco.net/tag/infermieri-informa/
di Nicola Draoli, Dottore magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche
Nella mia esperienza di infermiere ho constatato più volte come vi siano una serie di consuetudini e credenze errate in tanti ambiti di salute. Vediamo insieme altre di queste prassi dopo la prima parte le convinzioni non più valide o non così valide come si pensa.
PICCOLE FERITE…”Se brucia vuol dire che funziona”. Stiamo parlando di piccole ferite da abrasione o escoriazione che ci procuriamo ogni tanto perché l’argomento è troppo complesso da affrontare qui nelle sue sfaccettature. Sarà capitato a molti di usare l’alcool stringendo i denti per il dolore convinti che il dolore ed il bruciore siano una buona indicazione del funzionamento del prodotto . L’alcool è una sostanza molto irritante per la cute lesa oltre ad essere disidratante e favorire così la proliferazione dei micro organismi patogeni e per questo va sempre evitato. L’acqua ossigenata è ottima quando la ferita è sporca perché permette la rimozione meccanica dei micro corpi estranei. In linea di massima è sufficiente lavare la ferita con acqua corrente e sapone (meglio battericida) e come antisettico clorexidina o iodio povidone per cute lesa (in soluzione acquosa e non alcolica appunto). Mi preme sottolineare che in questi giorni è però uscito uno studio scientifico che sembra dimostrare come la clorexidina aumenti la resistenza agli antibiotici ma certamente deve essere supportato da altre evidenze. I derivati del cloro trovano adeguata applicazione anche nelle mucose. Non abbiate paura a far sanguinare un poco le piccole ferite prima di coprirle, questo permette di prevenire eventuali infezioni e soprattutto cercate di non sporcarle toccandole con la mano senza prima esservi lavati.
GUARDA IN SU! Altro errore tipico quando si verifica una lieve, sporadica e spontanea epistassi (sangue dal naso) . La testa deve essere mantenuta leggermente inclinata in avanti e non all’indietro per evitare di occludere le vie respiratorie con il sangue. Bloccare quindi con le dita il naso nella parte superiore alle narici (non chiudere quindi SOLO le narici) per circa dieci minuti. Se il sanguinamento non passa , per quanto possa sembrare strano, soffiarsi il naso per rimuovere eventuali coaguli e ripetere la manovra. Invece una volta cessata l’epistassi soffiarsi il naso diventa sconsigliato.
PIDOCCHI E PREGIUDIZI. Forse non sono così più diffusi come una volta ma vediamo insieme i tipici pregiudizi sulla pediculosi, ovvero l’infestazione di pidocchi. “Oggi le infestazioni sono frequenti sia nei Paesi ricchi che in quelli in via di sviluppo e non c’è una correlazione stretta tra l’igiene personale, lo stato di pulizia degli ambienti casalinghi e la diffusione dei parassiti. Infatti, la trasmissione avviene per contatto diretto con persone già infestate oppure attraverso lo scambio di indumenti o effetti personali, come cuscini, cappelli, sciarpe o pettini (1)”. Il Pidocchio quindi non salta da una testa all’altra ma ha bisogno di un contatto diretto ecco perché una buona prevenzione e cura soprattutto con i bambini è quello di non scambiarsi indumenti personali. Alcuni tipi di pidocchi non attaccano solo i capelli ma anche i peli pubici e quelli dell’ascella o la fine peluria degli indumenti . Individuati i pidocchi è bene dire che non esiste una correlazione tra lunghezza dei capelli e pediculosi. Un capello corto può favorire il buon trattamento ma tagliare i capelli non comporta un chiaro vantaggio.
FARMACI TRITURATI. Devo dare una compressa al parente anziano con problemi di deglutizione o voglio camuffarla nel cibo per farla assumere al bambino? Niente di più sbagliato. Se non indicato dal foglietto illustrativo (il bugiardino) è una pratica inappropriata tra l’altro inserita nel progetto slow medicine – fare di più non significa fare meglio da ANIMO (associazione Nazionale Infermieri Medicina Ospedaliera). Triturare e camuffare farmaci può ridurre o modificare la loro azione.
(1) http://www.epicentro.iss.it/problemi/pediculosi/pediculosi.asp