GROSSETO – La gamma di piante coltivabili nel territorio maremmano da alcuni anni è stata ampliata con la diffusione di colture in grado di offrire nuove opportunità di reddito in agricoltura, sotto la spinta soprattutto di un crescente interesse dei consumatori verso le proprietà salutistiche di alcune produzioni. La scelta di alimenti vegetali dalle particolari proprietà nutrizionali, in grado di determinare benefici per la salute umana, riconosciuta con il termine di nutraceutica, rappresenta ormai una realtà consolidata alla quale l’agricoltura si è allineata con le proprie produzioni. In questa prospettiva si è assistito recentemente all’incremento di superfici coltivate con grani antichi, fra i quali la parte del leone la fa il grano duro Senatore Cappelli, così come alla diffusione di colture ortofrutticole prima marginali.
Fra queste il melograno (Punica granatum), una specie che da noi occupa tradizionalmente uno spazio in giardini e orti, come ornamentale e per il consumo domestico dei suoi frutti succulenti, si sta diffondendo come coltura da reddito nell’area sud della nostra provincia, in ragione delle proprietà benefiche antiossidanti dei suoi frutti, con prospettive di mercato centrate dall’intraprendenza della Cooperativa Agricola CO.P.A.C.A. di Orbetello. Purtroppo in questi ultimi mesi proprio queste coltivazioni di melograno sono vittima di una malattia che causa il rapido disseccamento e la morte di gran parte delle piante nei frutteti. La malattia si presenta con fessurazioni profonde e arrossate del fusto che determinano poi il rapido disseccamento di tutta la pianta. Trattandosi di un patogeno poco conosciuto e di difficile identificazione CO.P.A.C.A. si è rivolta al servizio di diagnostica fitopatologia del Centro Ricerche CRISBA dell’Istituto “Leopoldo di Lorena” di Grosseto (www.crisba.eu).
Il Centro, attivo nella sperimentazione in ambito agro-alimentare, già affermatosi come punto di riferimento scientifico per il mondo agricolo, ha svolto indagini microbiologiche giungendo all’identificazione del fungo responsabile della malattia, ravvisandone la presenza per la prima volta nell’Italia centrale. Si tratta di Pilidiella granati che causa il “cancro del melograno”, un patogeno emergente finora segnalato soltanto in paesi del bacino del Mediterraneo (Grecia, Spagna, Turchia) e solo lo scorso anno per la prima volta in sud Italia (Puglia).
Trovando anche da noi condizioni climatiche e tipologia di piante ospiti ottimali per la sua diffusione, il fungo, che può attaccare anche i frutti in pre o in post-raccolta, rappresenta quindi una grave minaccia per le nostre produzioni di melograno. Il problema è ancor più grave considerando che, essendo una nuova malattia, non esistono ancora cure efficaci per debellarla. Trattandosi di un nuovo patogeno particolarmente aggressivo, la diagnosi corretta e tempestiva effettuata dal CRISBA nei suoi laboratori, confermata dal Di.S.S.P.A dell’Università di Bari con analisi molecolari, sarà senza dubbio di aiuto ai produttori per contrastare la diffusione della malattia, mettendo in atto tutte le tecniche agronomiche opportune, come la rapida distruzione delle piante infette e la corretta gestione delle irrigazioni e delle concimazioni.