MONTEMASSI – Rocca di Montemassi riscopre i grani antichi e proprio in questi giorni si conclude nell’azienda maremmana della famiglia Zonin la prima trebbiatura di una varietà di grano duro dal nome evocativo. La varietà che è stata scelta per essere coltivata nella pianura, che un tempo vide le gesta di Guidoriccio da Fogliano, reso immortale dall’affresco di Simone Martini, si chiama infatti Massimo Decimo Meridio II.
Per presentare questa scelta strategica dell’azienda, che punta alla conversione biologica e che oltre al vino ha deciso di produrre anche grano duro, da cui ricavare pasta, introducendo da quest’anno anche l’allevamento di vacche maremmane, il direttore Alessandro Gallo ha promosso una giornata dedicata proprio al tema dei grani antichi con la collaborazione di “Felicetti”, una delle aziende leader nel settore della produzione di pasta biologica.
«Abbiamo iniziato – spiega Alessandro Gallo – a coltivare il Massimo Decimo Meridio II su 17 ettari, ma questo è soltanto il primo passo perché qui a Rocca di Montemassi abbiamo a disposizione altri ettari. L’idea è quella di sviluppare, oltre alla produzione del vino, che per noi rimane l’attività principale, altre attività in modo che l’azienda sfrutti tutto il suo potenziale che diventi un modello, come in una vera “farm”. Ecco perché da quest’anno abbiamo introdotto in azienda anche le vacche maremmane che abbiamo acquistato direttamente dall’azienda di Alberese. Ma non ci fermiamo qui perché dal grano che otterremo vogliamo produrre anche una pasta che porti il nostro marchio».
Il progetto è chiaro: aprire l’azienda, una delle più grandi in provincia di Grosseto per superficie vitata, al territorio e differenziare le produzioni per dare maggiore valore al brand. Puntare sulla qualità e in questo caso sui grani antichi allora acquista significato soprattutto in un momento nel quale il mercato ricerca questo tipo di produzioni (nella foto in basso, da sinistra: Alessandro Gallo,Christian Heinzmann, Marco Rusconi) .
«È stato scoperto – ci spiega Marco Rusconi, agronomo che ieri ha presentato una ricerca sulla storia del grano e sulle varietà dai tempi dei romani ai gironi nostri – che la genetica e la natura delle proteine contenute nei grani antichi, per diversi motivi, sono meno aggressive rispetto a quelle dei grani moderni. Il concetto è che il corpo umano riesce a riconoscere e quindi metabolizzare la proteina glutenina fino ad un determinato periodo storico». Durante la ricerca infatti è stato mostrato come negli ultimi anni siamo arrivati ad avere l’1,5% della popolazione sensibile al glutine. I grani antichi in altre parole sono meglio tollerabili da chi, escludendo la celiachia genetica, ha una celiachia indotta.
Alla giornata erano presenti anche il consigliere regionale Leonardo Marras, il sindaco di Roccastrada Francesco Limatola, la vicesindaco Chiara Mori, il presidente di Confagricoltura Attilio Tocci, il presidente di Coldiretti Marco Bruni, il vicepresidente di Grani di Toscana Christian Heinzmann.
Quello di ieri è stato il primo di tre eventi dedicati all’agricoltura e alle produzioni di filiera biologica ed ecosostenibile in Maremma. Gli altri due sono in programma nei prossimi mesi: “La razza bovina maremmana: un antico gioiello del territorio” il 24 luglio e “Tenuta Rocca di Montemassi: sistema ecosostenibile nel suo insieme” il 4 settembre.