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GROSSETO – Il ricordo è nitido. Sarà che la risata che mi deflagrò improvvisa in bocca fu tanto virulenta da sorprendermi. Quel ragazzo di color giallino, con gli occhi a mandorla, parlava alla telecamera del Tg3 Toscana in un pratese così smaccato da sprigionare un portentoso effetto comico per il contrasto tra ciò che era e quel che m’aspettavo fosse. Ovviamente condizionato da un pregiudizio.
La cosa più sorprendente, tuttavia, stava nel fatto che quel cinese di ‘Praho’ fosse un Carabiniere che aveva appena giurato fedeltà alla Repubblica, conquistandosi sul campo gli alamari a conclusione del suo percorso formativo alla caserma Cernaia di Torino. Peraltro insieme ad altri dieci italiani ‘misti’ sui 342 allievi arrivati al giuramento. Lui Italiano di seconda generazione, giallo come un limone, era come dicesse al mondo: «son di Praho e voglio esse’ rispettaho». Locuzione con la quale i fiorentini prendono beffardamente per il culo i pratesi…..
Era il giugno 2015. E già questo basterebbe a mettere una bella pietra tombale sopra il grottesco dibattito sullo Ius Soli, con trogloditi in giacca e cravatta che strologano in assoluta malafede di Costituzione, italianità, prove di lingua Italiana per gli ‘stranieri’….guardare l’esilarante video pubblicato da Repubblica.it per farsi un’idea.
L’opposizione alla legge ispirata allo Ius Soli – legge peraltro timida – ha infatti un’unica vera matrice culturale e ideologica: il razzismo. Punto. Gli arzigogoli e le argomentazioni pseudogiuridiche sono solo orpelli, dissimulazioni grossolane. Non a caso, basta grattare e da sotto la superfice affiorano i veri ‘argomenti’, la sostanza: l’invasione musulmana, il terrorismo, lo snaturamento della razza. Tutte cose assolutamente estranee al merito della questione, per quanto – va ammesso – abbastanza popolari.
Sullo Ius Soli, coerentemente con la cappa oscurantista che soffoca il belpaese, si sta ripetendo lo stesso schema già visto con la legge per le Unioni civili. Certa politica e un pezzo di società danno il peggio di sé lavorando di clava su un disegno di legge moderatissimo e un po’ reticente, per quanto modernizzatore, mentre il Paese reale è sintonizzato su altre frequenze. Lo testimoniano esempi eclatanti di storie a lieto fine, come quelle del corazziere ‘nero come un tizzo’ di origine brasiliana, adottato in Sicilia, infine diventato Italiano. I sogni di tanti coloratissimi bimbi figli d’immigrati che aspirano a diventar poliziotti. Oppure i giocatori della nazionale italiana di rugby, capitanata da Sergio Parisse (argentino?), con due pedine fondamentali di seconda generazione come la terza ala Maxime Mbandà (congolese?) e il tallonatore Ornel Gega (albanese?).
Solo che nel mondo reale la gran parte delle persone non raggiunge né risultati eccellenti, né ha la fortuna di diventare un simbolo. E poiché non per questo quelle persone valgono meno, bisogna fare in modo di dare a tutti la possibilità di realizzarsi: «a ciascuno secondo le proprie necessità, da ciascuno secondo le proprie possibilità». Parafrasando un tedesco arguto con la gran barba brizzolata.
Ecco perché, a guardare le cose con un po’ d’onestà intellettuale (escluso chi ne è sprovvisto), non si vede il motivo per non riconoscere la cittadinanza italiana almeno – ma è riduttivo – ai 489.000 studenti nati in Italia da genitori stranieri, che rappresentano il 60% degli 812.000 bimbi e ragazzi con cittadinanza straniera che bazzicano le nostre scuole (il 9,2% del totale). Fra l’altro, se guardiamo alle scuole dell’infanzia, gli Italiani di seconda generazione privi di cittadinanza italiana sono l’85% dei bimbi con cittadinanza straniera. [Miur, indagine annuale sulla presenza delle alunne e degli alunni stranieri nel nostro sistema scolastico – anno scolastico 2015/2016].
Tutti terroristi potenziali? Come quegli italianissimi, e fascistissimi, galantuomini che misero le bombe a piazza della Loggia (Brescia, 1974), piazza Fontana (Milano, 1969) o alla stazione di Bologna (1980).
Tutti musulmani ansiosi d’invaderci per colonizzarci? Ma meglio palaia! I musulmani in Italia sono solo 1.609.000, appena il 32% degli stranieri presenti in Italia. [fonte: Cesnur ‘Centro per gli studi sulle nuove religioni’- www.cesnur.org – che ha elaborato i dati contenuti nel Rapporto annuale Caritas/Migrantes].
Minaccia al nostro sanguinem? Come no! Più o meno come quella delle centinaia di popolazioni che hanno ‘contaminato’ il Dna italiota: dai Corsi ai Sardi, dai Greci ai Fenici, dai Longobardi agli Svevi…e via elencando. Perché il Dna è una dimensione genetica (che non ha implicazioni sociali), la cittadinanza è un concetto giuridico e politico.
Ultimo argomentazione pro Ius Soli, ma non per importanza. Pochi giorni fa, a Livorno – in occasione della XV giornata dell’Economia – la Camera di commercio della Maremma e del Tirreno ha finalmente detto apertis verbis quello che tutti mormorano ma hanno paura a dire. Da Massa e Carrara, passando per Livorno (con l’eccezione di Pisa), fino a Grosseto, la costa Toscana è una «morta gora», sempre più popolata da «iracondi» e «accidiosi». Un cronicario a cielo aperto dove la popolazione invecchia più della media toscana, che è già più alta di quella italiana. Dove l’economia appesa al turismo stagionale, è asfittica per latitanza della domanda interna. E dove il tasso di crescita naturale (rapporto nascite/morti) è negativo assai, ed è più del doppio del tasso di crescita migratoria. Tanto che l’unica speranza di sopravvivere, nel breve ma anche nel medio periodo, è legata alla capacità di ‘importare’ stranieri. E d’importarne parecchi, perché altrimenti, ad esempio a Grosseto – con 230 ultrasessantacinquenni ogni 100 under 25, e con una media di 2,14 componenti a nucleo familiare – l’unica cosa coerente da fare sarà ampliare i cimiteri. Oppure ingrandire il previsto forno crematorio.
I bravi ragazzi di Casa Poud e Forza Nuova, teatranti del «prima gl’Italiani», e tutti quelli che gli vanno dietro impauriti e inconsapevoli, o peggio pensando di lucrar qualche voticino, ragionano come se non ci fosse un domani. Meno male che ci sono i ‘Carabinieri con gli occhi a mandorla’, che il domani ce lo stanno costruendo. Grazie ragazzi, palla avanti e pedalare.
P.s. C’è chi sostiene, sulla base di analisi del Dna [ma c’è chi lo contesta], che gli Etruschi siano provenienti dalla Turchia. Quindi nelle nostre vene ‘toscane’ scorrerebbe il sangue di Erdogan……capito mi hai?