GROSSETO – Il fisco continua a pesare sugli artigiani. Lo conferma, se mai ce ne fosse bisogno, l’indagine “Comune che vai, fisco che trovi”, promossa dall’osservatorio nazionale della CNA sulla tassazione delle piccole e medie imprese. La situazione toscana non è delle migliori, perché il Total tax rate ovvero il peso complessivo del fisco salirà al 61,2%.
“Nella nostra provincia, il Total tax rate si attesta sul 65,1%, mentre lo scorso anno era del 64,9%, spiega Anna Rita Bramerini, direttore della CNA. Il Total tax rate tiene conto delle imposte comunali, come Imu, Tasi e Tari, di quelle regionali e nazionali, come Irap e Irpef e dei contributi previdenziali Ivs (invalidità, vecchiaia e superstiti). “E sono proprio questi ultimi a fare la differenza, rispetto allo scorso anno, sulle imprese grossetane”, aggiunge Bramerini.
La provincia di Grosseto, infatti, si colloca al secondo posto dopo Firenze (con un tasso del 69,3%) ed è seguita da Livorno, con il 61,6%, Pisa, con il 61,2%, Siena con il 60,7%, Lucca e Pistoia con il 59,4%, Prato, con il 58,9%, Carrara con il 58,1%, Massa con il 57,8% e, infine, Arezzo che con il suo tasso del 55,9%, si conferma come il più virtuoso comune toscano.
Nella classifica complessiva dei comuni italiani, per il 2017, Grosseto si colloca al 19esimo posto, mentre tra gli altri comuni toscani Firenze è al terzo posto insieme a Roma.
Ma i dati elaborati dalla Cna sottolineano anche un altro importante aspetto: il Total tax rate sarebbe molto diverso se, come auspicato dalla confederazione nazionale degli artigiani, si applicasse la nuova Iri, l’imposta sul reddito di impresa, che consente a ditte individuali e società di persone di tassare i redditi reinvestiti in azienda al 24%, stessa aliquota applicata alle società di capitali. “In questo modo, infatti – spiega Bramerini – scenderebbe al 62,6% per le imprese della provincia di Grosseto”.
E grazie all’indagine di Cna è possibile conoscere anche il Tax free day, ovvero il primo giorno dell’anno in cui le imprese smetteranno di lavorare per pagare le tasse: a Grosseto, come nel 2016, questa data è il 25 agosto.
Il reddito che resta alle imprese è circa il 30%: “Un’impresa tipo, come quella presa a base dell’analisi compiuta dall’Osservatorio, con un utile di 50mila euro all’anno, dopo avere pagato tutte le tasse, dispone di 17.4286”. Cifra che salirebbe a 18mila 700 con l’applicazione dell’Iri.
“E’ chiaro – conclude Anna Rita Bramerini – che è difficile sperare nella ripresa economica quando l’imposizione fiscale pesa così tanto sulle nostre imprese. L’eccessiva pressione fiscale e il tempo dedicato agli adempimenti burocratici, da lungo tempo sono trai temi più dibattuti in tutte le platee e su cui verte il confronto politico a tutti i livelli, soprattutto nazionale. Cna quindi, continuerà a lavorare per ridurre la tassazione su artigianato e piccola e media impresa e a confrontarsi con le amministrazioni pubbliche per sensibilizzarle su questi temi, apprezzando le scelte di quei Comuni, compreso il capoluogo, che si stanno impegnando in questa direzione, fino a restituire alle imprese quanto è stato recuperato”.
LO STUDIO – Il rapporto dell’osservatorio Cna “Comune che vai fisco che trovi” si basa sul calcolo di tutti gli elementi che rientrano nel concetto di “pressione fiscale Istat” e quindi: i tributi (Irpef, Irap, addizionale regionale e comunale Irpef, Imu e tassazione sui rifiuti), i contributi dovuti dall’artigiano e dal commerciante (identificati con l’acronimo Ivs, Invalidità, vecchiaia e superstiti).