FOLLONICA – Grande soddisfazione per la scuola media Arrigo Bugiani di Follonica che, con lo spettacolo “Fermati Otello” messo in scena dalla classe 2^C, ha vinto il primo premio della rassegna Teatro della scuola Città di Grosseto.
I ragazzi, seguiti dalle insegnanti Sabrina Gaglianone, Antonella Massai e Laura Ticciati, con la supervisione dell’esperto teatrale Andrea Spinicci, hanno portato in scena una rivisitazione in chiave contemporanea dell’Otello di Shakespeare, uno spettacolo finalizzato a far riflettere su sentimenti ed emozioni, sul gruppo e sull’uso della chat, sul femminicidio e sull’uso del linguaggio sessista.
I ragazzi “attori” della classe 2 C sono: Arrigoni Giacomo, Barbato Pio Francesco, Bertelli Damiano, Bini Alice, Bondì Giuseppina, Chiti Francesca, Corsi Agata, Corti Alessandro, Del Giudice Daniele, Fiorini Sofia, Iodice Sara, Lari Edoardo, Macchiavelli Ilaria, Maccianti Geremia, Menini Lorenzo, Onori Filippo, Palmieri Francesco, Putaru George Leonard, Rossi Giulio, Rossi Pietro, Salamone Matteo.
“Ottimo traguardo – dichiara l’assessora Barbara Catalani – con un riconoscimento che mi vede particolarmente orgogliosa non solo della Scuola con la S maiuscola, ma anche della sua sensibilità verso la presenza del teatro nella nostra città. In questi soli tre anni abbiamo ricevuto indietro dal mondo dell’educazione così tanta partecipazione e impegno che ci sentiamo profondamente e pienamente soddisfatti del lavoro avviato”. “Un ringraziamento speciale – conclude l’assessora – va alle insegnanti che dimostrano sempre una chiara volontà di partecipazione, di coinvolgimento, di disponibilità e grande competenza che poi trova riscontro nelle diverse forme di riconoscimento a cui ormai ci hanno abituato. Bravi!”
Ecco il giudizio dell’opera da parte della giuria della rassegna:
“Primo colpo di scena: il soggetto è Shakespeariano, ma la scena è spudoratamente contemporanea. La contaminazione è un prezioso ponte che consente di trasformare i classici e renderli freschi, moderni, accessibili a ogni studente, comprensibili.
I ragazzi sono se stessi: ormai immancabili i telefoni cellulari in scena, le abbreviazioni da chat, gli atteggiamenti disinvolti e adolescenziali; eppure la trama è quella, e anche i personaggi… come è possibile? Il teatro consente queste magie, può proiettare i ragazzi su una macchina del tempo dal milleseicento al ventunesimo secolo. Tutto l’impianto teatrale è estremamente curato, i ragazzi sono energici, convinti e dimostrano di essersi squisitamente appropriati di una storia lontana, ma che ormai appartiene loro del tutto.
Un eccellente esempio di progetto di teatro della scuola, dove non sono i ragazzi a dover scrutare in lontananza per acciuffare il senso della letteratura antica, ma sono le grandi opere a saltare loro in braccio, in mezzo alle loro storie, ai loro interessi, al loro linguaggio.
Questa accurata operazione didattica rende lo spettacolo estremamente autentico , i ragazzi credibili e spontanei.
Il gruppo è vibrante e felice di raccontare una storia così densa di passioni, regalandoci uno spaccato della loro stessa vita. Dal colpo di scena iniziale si arriva all’ultimo: un nuovo finale, uno spunto di riflessione sulla violenza in cui i ragazzi hanno spazio per le proprie opinioni.
Mai la storia della letteratura è stata così empaticamente vicina a un gruppo di ragazzi, che hanno studiato e amato l’opera shakespeariana, e oggi l’hanno voluta raccontare a noi, insieme, con forza, facendoci sognare e riflettere.”