LONDRA – «La serata doveva partire con una cena tra amici che abitano in zona Chiswick e concludersi nei locali verso Vauxall più in centro… per un cambio di programmi all ultimo momento abbiamo deciso di rientrare in casa. Appena arrivati abbiamo cominciato a sentire sirene di polizia e ambulanze che dalla nostra zona partivano in direzione del centro». È il racconto di Rossano Capannoli, 32 anni, gavorranese che vive e lavora a Londra da oltre tre anni.
Ieri sera con alcuni amici, tra cui il suo coinquilino, Angelo Inserra, assistente in un asilo nido, anche lui grossetano, avrebbero dovuto trascorrere la serata in una delle zone in cui è avvenuto l’attentato. Un cambio di programma all’ultimo istante li ha portati a rientrare a casa. Tante sirene, troppe. Hanno acceso la Tv: qualcosa non andava.
«Lavoro in zona Canary Wharf come Hospitality Assistant in un palazzo congressi, ma abito in West London nella zona di Chiswick. A poche fermate di treno dal luogo dell’attentato». Racconta.
Dalla televisione i due maremmani hanno saputo che l’Inghilterra era nuovamente sotto attacco. «All’inizio la BBC parlava di “incidente” ma le immagini in diretta erano troppo allarmanti per credere ad un incidente… subito dopo London Bridge è stato colpito Borough market e poi sembrava anche Vauxall, dove dovevamo essere anche noi. Penso però che il terzo attentato sia stato smentito».
C’è tensione, Rossano Capannoli non lo nega: «Questo rappresenta il terzo attentato a distanza di poco tempo… il clima è teso, anche se il Primo ministro cerca di rassicurare la popolazione… non è semplice convivere con questi episodi tremendi. Tutt’ora si sentono elicotteri che sorvolano costantemente la città. Il dispiegamento di polizia è evidente in tutte le zone, anche dopo l’attentato a Westminister, la mattina, arrivando in stazione, si vedeva un massiccio dispiegamento di poliziotti. E penso che sarà così anche domattina quando rientrerò al lavoro… Molte stazioni sono bloccate nelle zone limitrofe ma pensano ad una riapertura a breve».