GROSSETO – «Nelle ultime settimane c’è stata una grande rincorsa a dare una soluzione al problema dei pozzi irrigui generato in modo del tutto irresponsabile dall’avventata decisione dell’Amministrazione comunale di chiudere i rubinetti a ridosso della stagione calda». A parlare sono i consiglieri del Movimento 5 Stelle Daniela Lembo, Antonella Pisani, Francesca Amore e Gianluigi Perruzza. «Abbiamo sentito dire di tutto, dai consorzi ai supercondomini, con persone, anche volenterose, che offrivano alternative per risolvere il problema».
«Abbiamo ricevuto dagli uffici del comune notizie vaghe, spesso contraddittorie e talvolta anche ritrattate dopo pochi giorni ma mai nessuno si è sinora posto la domanda delle domande senza la quale ogni soluzione rischia di essere sbagliata – precisano i pentastellati -: i pozzi artesiani e le relative opere di adduzione che, per quanto a nostra conoscenza, in molti casi risultano essere stati ceduti al Comune previa convenzione di lottizzazione, rientrano o no tra le opere di urbanizzazione primaria e, dunque, nel patrimonio indisponibile del comune? Questa domanda è fondamentale per individuare la strada da percorrere».
«Così, tanto per fare un esempio, se la risposta dovesse essere affermativa, la via del comodato, più volte declamata, non potrebbe essere perseguita perché strumento di diritto privato non applicabile ai beni pubblici che sono soggetti alle concessioni. Per trovare la soluzione corretta è dunque indispensabile che, prima di tutto, i tecnici e l’ufficio legale del comune diano una risposta chiara, netta, precisa e ponderata a questo quesito. Noi la nostra idea l’abbiamo, ma è il Comune che si deve esprimere. Nel frattempo l’urgenza incombe perché riaprire i pozzi quando tutto è secco sarebbe assurdo. Forse anche in Comune qualcuno ha pensato qualcosa del genere perché, stando alle voci di alcuni cittadini, pare che da ieri sera l’acqua sia tornata. Ci domandiamo soltanto, viste le ragioni della interruzione, se il nostro municipio si sia almeno preso la briga di leggere i contatori dei vari pozzi perché, se così non fosse, allora saremmo davvero al paradosso – conclude M5S -: il comune prima chiude i pozzi per evitare un danno erariale e poi li riapre senza nemmeno registrare i dati necessari per verificare quello che sarà il consumo da addebitare agli utenti».