GROSSETO – «Non si può scaricare sui cittadini gli errori o le omissioni delle passate amministrazioni». La Confedilizia interviene sulla vicenda dei pozzi irrigui.
«La questione è particolarmente importante e complessa, implicando problematiche ad un tempo di natura politico-amministrativa, tecnica e giuridica che, a nostro avviso, non sono state affrontate in modo adeguatamente coordinato sia per quanto riguarda il merito che la conseguente tempistica – affermano il presidente di Confedilizia Paola Tamanti e il presidente onorario Lamberto Londini -. Sotto l’aspetto politico-amministrativo la decisione di dar corso ad una rigorosa revisione della spesa pubblica, intervenendo in ogni settore in cui sia possibile accertare irregolarità ed illegittimità di pregresse situazioni, è del tutto condivisibile rappresentando uno degli aspetti essenziali di una politica di vero e concreto buon governo».
«Le nostre perplessità nascono quando il perseguimento di obbiettivi validi viene intrapreso scaricando sulla incolpevole cittadinanza gli errori e le omissioni delle precedenti amministrazioni, cittadinanza che è stata messa di fronte ad un secco “prendere o lasciare”, che sta compromettendo seriamente l’immagine dell’attuale amministrazione – prosegue Confedilizia -. I documenti predisposti dall’Amministrazione comunale (dichiarazione di disponibilità alla presa in carico del pozzo attraverso un Contratto di Comodato d’Uso delle pompe, delle tubazioni e dei quadri elettrici), per come congegnati e per le clausole in essi previste, non oggetto di alcuna trattativa ma di esclusiva emanazione pubblica, sono decisamente inaccettabili da parte dei potenziali utenti ai quali vengono richieste dichiarazioni e prese d’atto di contenuto incerto e comportanti particolari squilibri fra diritti ed obblighi dalle stesse derivanti».
«E ciò tanto più se si considera che ogni singola posizione ha una sua peculiarità quanto allo stato manutentivo del pozzo, allo sviluppo della rete distributiva ed agli eventuali interventi richiedenti la manomissione del suolo pubblico. Per questo le decisioni da parte degli utenti finali (singoli proprietari od edifici condominiali) non possono prescindere da una oggettiva valutazione fra i costi/benefici della soluzione comunale e quelli di una possibile e più conveniente alternativa consistente nella realizzazione di pozzi irrigui all’interno delle varie proprietà private e condominiali. Valutazione che richiede tempi tecnici adeguati per la verifica dei singoli pozzi. E qui veniamo al punto più delicato della complessa questione, appunto la tempistica richiesta per l’attuazione pratica dei previsti adempimenti amministrativi e tecnici. Per questo, non possiamo che reiterare la richiesta, fatta già da Confedilizia e invocata da più voci, di un rinvio della chiusura dei pozzi comunali consentendo l’innaffiamento delle aree verdi private per tutta l’imminente stagione estiva, evitando in tal modo il degrado di una delle caratteristiche più apprezzate della città».