GROSSETO – «In questi giorni l’anno scolastico va a terminare, e quello nuovo si preannuncia carico di incognite per gli alunni iscritti alle scuole statali – di infanzia, primarie e secondarie – che usufruiscono del servizio mensa gestito dal comune di Grosseto. Il motivo è presto detto, e sta nel nuovo regolamento per la refezione scolastica, approvato dalla maggioranza lo scorso 19 maggio, che vieta la partecipazione alla mensa per gli alunni le cui famiglie, al momento dell’iscrizione, non siano in regola con i pagamenti». I consiglieri comunali Lorenzo Mascagni, Ciro Cirillo, Manuele Bartalucci, Marco Di Giacopo e Catuscia Scoccati (gruppo PD), Carlo De Martis e Marilena Del Santo (gruppo Lista Mascagni Sindaco), Rinaldo Carlicchi (gruppo Passione per Grosseto) intervengono sul delicato tema della refezione scolastica.
«Il tema non è di poco conto, sia perché coinvolge numerose famiglie, sia perché il tempo dedicato alla mensa costituisce a tutti gli effetti parte dell’orario scolastico concorrendo a definire il piano dell’offerta formativa – prosegue l’opposizione -, e lo stesso regolamento comunale giustamente afferma che il servizio di refezione scolastica “riveste una funzione educativa e formativa, che concorre ad attuare il principio di uguaglianza e di contrasto alle discriminazioni, previsto dall’art. 3 della Costituzione”. Durante i lavori consiliari eravamo riusciti a migliorare il testo, introducendo anche strumenti per rendere più incisiva l’attività di recupero dei crediti, quando la morosità non dipendesse da situazioni di effettiva indigenza».
«Restava sul tavolo la necessità di gestire la situazione di quegli alunni le cui famiglie, nonostante ogni sforzo e tentativo, non avessero provveduto a regolarizzare la propria posizione economica – continuano i consiglieri -. Abbiamo proposto un coinvolgimento delle famiglie e delle istituzioni scolastiche per individuare, nei singoli casi, le modalità più idonee a tutelare il prioritario interesse dell’alunno, ma questa proposta è stata respinta, senza che nessun’altra venisse avanzata. Ora ci domandiamo cosa accadrà a questi bambini quando, al momento del pranzo, ne dovranno essere esclusi, tra l’altro non essendo consentito consumare altri cibi se non quelli forniti dal comune. Peggio ancora, potranno verificarsi casi di bambini già inseriti in un ciclo scolastico improvvisamente costretti a cambiare classe, insegnanti e magari scuola per ‘sceglierne’ una senza mensa».
«Non solo: ci domandiamo anche come potranno gestire una simile situazione i dirigenti ed il personale, docente e non docente, delle scuole interessate, sui quali inevitabilmente graverà ogni conseguente responsabilità e che tuttavia non risultano essere stati neppure coinvolti. Per questo abbiamo rivolto al sindaco ed all’assessore alla pubblica istruzione un’interrogazione – con primo firmatario il consigliere De Martis – volta non solo ad acquisire ulteriori informazioni, ma anche a sollecitarli a rapportarsi con le istituzioni scolastiche per individuare le soluzioni più idonee a tutelare gli alunni che si troveranno esclusi dalla mensa».
«Fino ad oggi l’amministrazione comunale, seguendo un copione ormai noto, si è lavata le mani del problema scaricandolo sulle famiglie e sulle istituzioni scolastiche. Crediamo sia tempo che il sindaco e i suoi assessori comincino ad assumersi le loro responsabilità, nell’interesse di tutti e specialmente dei più piccoli che hanno diritto di compiere il loro percorso di crescita nel modo più sereno e proficuo, senza scontare errori o mancanze delle proprie famiglie – conclude -, o di questa amministrazione comunale».