GROSSETO – «La sanità della Toscana non gode più della salute di una volta, e come Cgil siamo molto preoccupati ma non arresi all’idea dell’inevitabilità del declino del sistema sanitario pubblico». È questo in estrema sintesi il messaggio che arriva dall’affollata assemblea generale sulla sanità, tenutasi questa mattina presso la Camera del lavoro di Grosseto.
«Quello che più ci mette in allarme – ha sottolineato nel suo intervento il segretario della Cdlt, Claudio Renzetti – è la filosofa che sottostà alla riorganizzazione dei servizi sanitari che l’assessorato regionale alla salute sta portando a compimento. Le difficoltà di tenuta economica e organizzativa del sistema, sono infatti prese a pretesto per delegare funzioni sempre più ampie a soggetti del privato e del privato sociale. Riducendo il diritto alla salute previsto dall’articolo 32 della Costituzione a semplice “protezione” dai rischi della malattia all’interno di una visione di stampo mutualistico, che ci riporta indietro a prima della Legge 833 del 1978, istitutiva del servizio sanitario nazionale. Le mutue, in questo senso, costituirebbero il ritorno a un passato negativo, col rischio di spostarci dal diritto alla salute a diritto alla cura in base al prezzo che si può pagare, e non rispetto alle reali necessità.
Un’impostazione che ha ricadute molto concrete anche sui nostri territori, dove al taglio drastico dei posti letto non sono corrisposte né il potenziamento della medicina territoriale – con i pazienti dimessi dall’ospedale ancora con i drenaggi e presi in carico dai familiari – né di quella d’iniziativa in collaborazione con i medici di medicina generale, né l’attivazione delle “case della salute”. Né l’accorciamento dei tempi d’attesa nelle liste d’accesso a visite specialistiche e prestazioni diagnostiche, favorendo così gli operatori della sanità privata nell’acquisire fette importante di mercato. Con i pronto soccorso costretti a dare risposte d’emergenza alle inefficienze strutturali del sistema ».
Il problema di fondo – ha spiegato Renzetti all’assemblea – rimane quello delle risorse, con il documento economico e finanziario 2017 varato dal Governo che prevede l’ennesima riduzione reale della spesa sanitaria, oggi al 6,7%del Pil e ben al di sotto della media europea, che scenderà al 6,4% nel 2018 2019. E l’inadeguatezza cronica del fondo per la non autosufficienza e per le politiche sociali.
Un problema che porta a cascata difficoltà per i moduli a bassa intensità assistenziale (Bia), cure intermedie, non autosufficienza e assistenza domiciliare integrata. Per cui si deroga sempre più spesso al principio della programmazione pubblica, utilizzando massicciamente privato sociale, privato puro e volontariato. Sempre più strutturali nel sistema sanitario toscano».
Infine, ma non certo per importanza, la tutela del lavoro: con carenze di organico sempre più accentuate il modello per intensità di cura ha comportato un aumento ulteriore dei carichi di lavoro per gli operatori; mentre i lavoratori del privato e degli appalti vedono talvolta peggiorare le loro condizioni salariali e normative, a volte senza la garanzia del posto di lavoro nonostante gli impegni alle “clausole sociali”. Ed anche i tempi biblici per il pagamento di numerose fatture lasciano senza stipendio decine di lavoratori dell’indotto. Per la CGIL il miglioramento della qualità dei servizi passa dalla valorizzazione del lavoro di chi opera a vario titolo in sanità.
A conclusione dell’assemblea che ha votato il documento portato in discussione, vogliamo chiarire che «la Cgil nazionale, regionale e grossetana non hanno intenzione di mollare la presa e di rinunciare alla difesa del sistema sanitario pubblico. E che presto inizierà sul territorio una forte azione di pressione e mobilitazione, a partire da quella nei confronti dei sindaci. Che sono i nostri primi interlocutori, ma arriveremo presto anche ad una grande manifestazione sotto la Regione Toscana».