CINIGIANO – «A metà della legislatura anche a Cingiano ci stiamo domandando quel è il bilancio delle cose fatte e il futuro che ci attende». Così Giovanni Barbagli capogruppo di A/gentecomune. «Pur essendo infatti rispettosi del ruolo del confronto nelle sedi istituzionali e della importanza di luoghi come il Consiglio comunale come sede privilegiata del confronto politico, da tempo stiamo verificando che quando al confronto aperto e all’esercizio della democrazia si contrappone il potere dei ruoli (sindaco) e l’arroganza dei numeri (maggioranza) viene meno l’entusiasmo e il coraggio di sfidarci sulle idee e non sui numeri!».
«Abbiamo affrontato in questi anni temi importanti, evocato obiettivi alti, proposto sfide che andavano oltre le appartenenze – prosegue barbagli -, ma alla prova dei fatti ci siamo accorti che abbiamo a che fare con una politica diffusa per la verità in molti comuni della zona e non solo, caratterizzate dal fenomeno della “mediocrità”. All’origine di questo fenomeno c’è un principio introdotto da Margeret Thatcher con la cosiddetta “governance” declinata anche da scelte come quelle fatte a Masrticht e adottate dalla cosiddetta politica liberista!».
«Una politica che guarda alla soluzione (quando ci riesce) del problema immediato ma incapace di guardare il futuro e chiusa in se stessa anche al confronto con la società civile. Questa politica che si fonda sulla “mediocrità” ci vuole persone obbedienti piccoli osservatori obbedienti, incatenati ad una identica visione del mondo e della realtà con una prospettiva quella del liberismo – continua l’opposizione -. Questa gestione vuole una sistema appiattito sulle privatizzazioni, sulle deregolamentazione e schiava delle decisioni prese fuori dai territori!»
«Ma la mediocrità rende mediocri e incapaci di accettare sfide nuove (la fusione dei comuni è una di queste) mettersi in gioco, non essere condizionati dal potere piccolo o grande che sia. Pensare in grande anche se il nostro contesto è limitato da tanti condizionamenti. Ci sono progetti e idee che non sono appunto condizionate dalle risorse , coni soldi tutti (o quasi) sono capaci di gestire,ma un amministratore illuninato è quello che si misura con sfide alte e intelligenti ad una condizione – conclude -: liberarsi dalla mediocrità, ne vale la pena! Il resto è noia».