GROSSETO – Paul e Kelly, Kelly e Paul. Poi, ovviamente, ci sono anche David, nato a giugno 2004, Emma, a luglio 2005, Evalyn, a maggio 2007, Elizabeth, a novembre 2008, Lilly, a ottobre 2010, Jonathan, a luglio 2012, Grace Lynn, a maggio 2015. David, l’ometto di casa, che non ha ancora compiuto 13 anni ma al quale Paul lascia le veci di babbo quando non c’è, voleva un altro fratello per ristabilire una proporzione più equa. Così “daddy” Paul: “Non è che lo avremmo amato di meno, non abbiamo neanche voluto saperlo prima. Ma insomma se avessi potuto scegliere sì, avrei voluto un altro figlio”.
E maschio fu. L’ultimo arrivato in casa Childers si chiama Mathew James, nato nella notte tra il 21 e il 22 maggio: ora è una famiglia in doppia cifra. Mamma e babbo e otto figli, tutti bellissimi, americani e in qualche modo anche italiani. I nomi sono tutti a stelle e strisce, ma come spiegano Paul e Kelly “tutti possono essere facilmente trasformati anche in italiano. David viene chiamato anche Davide, Elizabeth anche Elisabetta e così via”.
La famiglia Childers è in Italia dal 2006, a Grosseto dal 2009. Parlano un po’ inglese, un po’ italiano, ma ormai in città li conoscono in tanti: come passare inosservati, del resto? Prima viaggiavano su un’auto che piano piano si è dovuta ingrandire, adesso hanno un minivan che si riempie di entusiasmo tutte le volte che i bambini escono per una pizza, un gelato o una partita di baseball. Non importa cosa pensiate della religione che Paul è venuto a professare a Grosseto assieme al suo collega, Francesco Maietta, non importa cosa pensiate della religione Battista, perché rispettando il mondo dei Childers loro rispetteranno il vostro: basterà questo per diventare partecipi di un viaggio che non può lasciare indifferenti.
Mathew James è nato a casa, come Grace Lynn e Jonathan. “Al quinto figlio – raccontano mamma e babbo – abbiamo capito che in ospedale dobbiamo andarci quando si sta male, fare un figlio è una cosa bella”. Ci dev’essere qualcosa di magico in questa casa delle fiabe a Principina a Terra, dove la famiglia Childers vive: tutti i bambini sono bellissimi e anche Kelly, pochi minuti dopo il parto, già tiene in braccio l’ultimo nato come fosse appena tornata da una passeggiata.
Essere ospiti dei Childers è come varcare la soglia di un altro mondo, oppure aver fatto un viaggio nella macchina del tempo, in cui l’unica regola è non chiedersi come deve essere difficile allevare otto figli oggi, dove si trovano i soldi per farlo, quanti problemi devono esserci tutti giorni, a quale libertà o passatempo si deve rinunciare per essere genitori. Paul e Kelly danno un significato diverso e smarrito alla parola genitori, ricordano che esserlo non è un gioco, nemmeno un caso: è una scelta e un regalo. Una benedizione, per loro, che si sentono otto volte benedetti.
Sul divano c’è la mamma che legge un libro assieme a Evalyn ed Elizabeth, in cucina Emma prepara la merenda per Lilly tenendo in braccio Grace Lynn. Fuori Paul prepara il cavallo aiutato da David, con Jonathan a fare da supervisore. Tutti amano andare a cavallo, un po’ come tuffarsi nei pascoli del West Virginia, da dove Paul e Kelly arrivano e in cui tornano ogni tre anni, per visitare i nonni. “Quando abitiamo in Italia – raccontano – ci manca l’America. E’ normale. Ma dopo due settimane negli Stati Uniti vogliamo tornare: ormai questa è casa nostra”. Tutti amano andare a cavallo, ma nessuno urla o si lamenta, aspettando pazientemente il proprio turno. C’è David che controlla che le sorelle facciano le brave, Paul invece non parla quasi mai. “Io cerco di non arrivare mai a essere severo – spiega il babbo – mi piace che i miei figli capiscano da soli come comportarsi. Ma è chiaro che con sette bambini, adesso otto, ogni tanto è necessario”.
Cos’è la felicità? Impossibile da dire: concetto troppo personale e astratto, almeno oggi. Ma di sicuro guardando i sorrisi che fanno brillare gli occhi dei Childers viene da dire che questo mondo senza videogiochi, smartphone e in cui internet serve solo per fare ricerche, in cui la sorella più piccola indossa i vestitini che una manciata di anni fa erano di quella più grande, nel quale si cerca di stare più fuori che nel salone, l’alchimia trovata funziona.
E poi c’è lei, la padrona di casa. Kelly non ha ancora 36 anni, li compirà a ottobre, ma ormai parecchio tempo fa ha deciso di dedicare la sua vita a una missione, una missione d’amore. Poteva fare tante cose, Kelly, fosse restata negli Usa avrebbe fatto ciò per cui ha studiato, ovvero la professoressa. Ma ha scelto quella che sa fare meglio, o più semplicemente che la fa stare meglio: la mamma. Kelly vive in simbiosi con i suoi bambini, perché è anche la loro insegnante. Seguono una scuola domiciliare, Kelly è il teacher. In estate devono sostenere un esame in una scuola pubblica per passare all’anno successivo: finora è sempre andata bene. “Loro hanno una mamma come professore, chi potrebbe chiedere di meglio?”. E i contatti con il mondo esterno? “Giocano a baseball, stanno insieme ai vicini, seguono lezioni di musica. Sono bambini normali”.
Babbo e mamma, otto figli: casa Childers è al completo? “Noi pensavamo di esserlo due figli fa – assicurano i Childers – ma quando Dio manda un regalo è giusto riceverlo ed esserne grati”. Kelly tiene in braccio Mathew James, intorno tutti i bambini, come a proteggere il fratellino. Sarà stanca, Kelly, qualche volta? O triste? O arrabbiata? Non ha mai voglia di andare in palestra o di uscire con le amiche? Come è possibile che sorrida sempre, ma proprio sempre? Non fatevi domande, qui non servono, lasciatele fuori: respirate l’aria di casa Childers, la casa delle fiabe.