GROSSETO – La crisi idrica che sta investendo tutta la Regione Toscana deve essere affrontata tenendo in considerazione l’ecologia dei fiumi.
Le cause che determinano le crisi idriche sono note: un cambiamento climatico in atto, nel quale le precipitazioni medie si stanno progressivamente riducendo con un aumento del deficit di disponibilità di risorse idriche, a cui si associano, sempre più spesso, precipitazioni intense e di breve durata e lunghi periodi dell’anno nei quali le temperature medie sono sempre più elevate.
Se a queste condizioni associamo la comprensiva “fame di acqua” degli agricoltori per il mantenimento delle coltivazioni in essere, lo scenario si complica ancora di più.
In particolare sul fiume Ombrone assistiamo gradualmente ogni giorno ad una diminuzione del deflusso delle acque con notevoli problemi a carico della fauna ittica.
“Non ricordiamo una stagione così arida da anni – afferma Maurizio Zaccherotti, presidente Associazione Terramare e viceresidente provinciale Uisp – l’idrometro posizionato a Sasso d’Ombrone segna un livello che rispetto agli anni passati è circa 15 centimetri in meno. Stesso dato viene registrato a Ponte Tura, zona di imbarco del soft rafting Terramare. Per ovvi motivi siamo stati costretti a sospendere le attività di discesa con i gommoni perché il livello di acqua è talmente basso da non riuscire a navigare. Ma la cosa più drammatica è la condizione ecologica del fiume. I pesci stanno cominciando a morire forse per insufficiente ossigeno e per il surriscaldamento dell’acqua”.
L’attività soft rafting Terramare è stata sospesa lo scorso lunedì quando durante la discesa è stato verificato un calo del livello d’acqua di circa 10 centimetri in meno di 24 ore rispetto alla precedente discesa.
“Domenica scorsa – prosegue Zaccherotti – durante le nostra discesa in gommone al crepuscolo il livello idrico dell’Ombrone era evidentemente basso ma riuscivamo comunque a navigare. La mattina dopo quindi 14 ore dopo non potevamo più navigare per un abbassamento del livello di circa 10 centimetri (praticamente in una sola notte) ed abbiamo cominciato a trovare alcuni pesci morti”.
“E’ ovvio che un calo così improvviso – prosegue Zaccherotti – non può essere imputato solo al deficit idrico naturale ma ad un evidente eccessivo prelievo idrico effettuato dalle pompe che attingono acqua direttamente dal fiume.
Tenuto conto del piano pluriennale di azioni contro i rischi siccità e carenza idrica adottati dalla Regione Toscana, Terramare e UISP chiedono alle autorità competenti una verifica degli attingimenti idrici presenti sul fiume Ombrone per capire se vi sono casi di attingimenti abusivi e se quelli regolarmente autorizzati stiano prelevando più del concesso o vi sono falle/danneggiamenti nei sistemi di attingimento.
Siamo perfettamente a conoscenza che in fiume deve essere mantenuto un minimo deflusso vitale che consente alle specie ittiche e non solo di poter sopravvivere a tali condizioni di stress, tutelando allo stesso tempo le colture agricole in essere.
“Ancora una volta è importante avviare il Contratto di Fiume per migliorare la gestione del fiume Ombrone”.