MASSA MARITTIMA – «Luciano Fedeli viene orgogliosamente dal PCI, come tanti componenti del Partito Democratico, di cui è stato fondatore». Flavio Zazzeri segretario del circolo Pd di Massa Marittima si rivolge a Luciano Fedeli.
«E’ stato amministratore a Massa Marittima per tre mandati consecutivi (occupandosi di sanità) e contemporaneamente presidente della SDS Colline metallifere (per due mandati) – prosegue Zazzeri -: sa benissimo come muoversi all’interno delle varie situazioni politiche, lo sa fare con mestiere, con caparbietà, ma alle oscillazioni strumentali c’è un limite che, avendo un minimo di coerenza, non andrebbe superato. Il suo profilo politico è quello di un ex amministratore che, facendo parte del governo territoriale, ha contribuito per circa 15 anni in maniera decisiva all’attuazione delle politiche di indirizzo, soprattutto nel settore della sanità».
«Visto che, con il passaggio al PD, ormai 10 anni fa, era stato scelto di superare le provenienze specifiche dai vari partiti (PCI, DC, Repubblicani europei…) non riesco a comprendere questo atteggiamento nostalgico da parte di Luciano – continua la nota -: vedere uno come lui che proviene da una cultura di governo e di gestione dei problemi (alcuni particolarmente complessi, come quello legato all’immigrazione) passare alle proteste, alle barricate nei confronti del suo ex partito, fa quantomeno “strano”. Anche perché un conto sono le delusioni, le divisioni e le discussioni, tutt’altra cosa le manifestazioni di dissenso assimilabili alla più becera opposizione, che lui ha sempre alacremente combattuto negli anni precedenti alla ri-folgorazione comunista. Quando nel 2013 insieme a Luciano sostenemmo Renzi alle primarie, pensavo che certe distinzioni di provenienza fossero ormai superate, ma probabilmente mi sbagliavo».
«Di una cosa sono sicuro però: al di là delle etichette, Luciano Fedeli nel 2013 era favorevole ad una modifica della gestione del personale del Falusi, e quelle proposte che oggi contesta sono le stesse che allora sosteneva con forza dall’alto del suo ruolo di presidente della Società della salute. Lo dimostrano, senza timore di smentita, i verbali delle trattative sindacali che svolse insieme all’allora presidente dell’Istituto Falusi: non riesco quindi a capire quali siano le motivazioni dell’attuale cambio di posizione, se non quelle dovute all’opportunismo politico conseguente alla conversione sulla “Via del Barzanti”».