FOLLONICA – “La vicenda del Podere Zonfone ha avuto un’evoluzione dopo la nostra interrogazione con un intervento importante, ma non risolutivo, del Comune di Follonica. Giustamente, oggi, l’Associazione La Duna ne sollecita il proseguimento coerente con l’iniziativa assunta”. Ettore Chirici, capogruppo di Gente di Follonica, torna all’attacco.
“Con la nostra interrogazione del luglio 2006 – afferma – dopo alcuni mesi,il Comune di Follonica ha posto a Bandite di Scarlino una serie di questioni che ad oggi non hanno avuto riscontro, nel perfetto stile di quell’ente. Dispiace che nella diatriba si trovi persona (chi ha proposto un progetto di recupero e valorizzazione del bene) che probabilmente non ha colpa alcuna. Se la pur interessante proposta di ristrutturazione del podere e dell’area non risponde ai requisiti delle norme che vigono nell’ex Parco di Montioni è responsabilità diretta delle Bandite di Scarlino. Ente discutibile, nella natura e nell’operatività, che con faciloneria ha gestito questa vicenda e sulla quale continua a fare orecchie da mercante. La questione è semplice ed in punta di diritto: la proposta aveva requisiti di legittimità o no? C’è una sentenza del Consiglio di Stato cui non è stato dato seguito”.
“Successivamente – incalza Chirici – è stato rimesso a bando il podere Zonfone e si ammette alla partecipazione anche il soggetto che aveva già avuto “incautamente” la disponibilità del bene, nonostante sia stato dichiarato precedentemente decaduto. La gara fu considerata vinta dallo stesso soggetto che era stato dichiarato decaduto ed aveva sostenuto il contenzioso con l’amministrazione pubblica. Quando però si passa all’esecuzione delle opere del Pma, il Consorzio del Parco interprovinciale di Montioni giudica le stesse non corrispondenti agli indirizzi del piano del Parco. Giudizio analogo rilasciato dagli uffici comunali di Follonica. Si tratta, in sostanza, di una questione di principio che esula dall’interesse o meno del progetto”.
“Una volta tanto, Bandite si pone o no il tema della correttezza della procedura? Il privato dovrebbe fare causa a Bandite stesse che, incautamente, hanno proseguito in un percorso giuridicamente sbagliato. Dunque, a questo punto, è inevitabile che il Comune di Follonica, almeno lui, solleciti le conseguenti azioni in giudizio. Da un’altra parte, amministrativa e politica, si pone il tema se la direzione di Bandite sia crediibile ed ineccepibile o, invece, non sia corretto chiederne il ricambio ed il rinnovo, visto anche il modo con il quale sono state gestite altre vicende, come il riempimento, negli anni scorsi, della cava dei gessi rossi”.