GROSSETO – “La politica maremmana stava probabilmente facendo un riposino, quando, intorno alle 15 del 25 aprile, nei giardini accanto alla Coop ad Albinia, si è esibito, prima, un corpo di ballo degno di un teatrino di avanspettacolo, stile anni ’50, dell’Alto Canavese, e poi un cantante in romanesco: il tutto nel contesto di un’iniziativa commerciale che, di maremmano, aveva solo l’aria che si respirava”. A scriverlo sono i consiglieri portavoce M5S Grosseto: Daniela Lembo, Antonella Pisani, Francesca Amore e Gianluigi Perruzza.
“Quando a livello locale . aggiungono – in tutta evidenza, non esistono né le competenze, né il buon senso comune minimi necessari per gestire queste iniziative, è obbligatorio che i livelli decisionali vengano spostati ad un livello superiore: nel rispetto degli equilibri e delle rappresentanze, ma anche nella speranza di intercettare le capacità necessarie.
Né servono i regolamenti: l’ultima proposta leghista sulle sagre propone una durata massima di ben dieci (10) giorni, quando tutte le principali fiere al mondo non superano i cinque e, a parte un’enunciazione di principio, non affronta in modo concreto il tema dei contenuti: una sagra della pappardella al cinghiale è perfettamente tipica, ma del tutto inutile ad attrarre turismo aggiuntivo in Maremma”.
“Per questo siamo intervenuti, a suo tempo, sulla ”Fiera della Maremma” ( non sulla “fiera di Orbetello” o la “fiera di Albinia”) : perché associare il nome del territorio ad un evento presupporrebbe una cautela che il giovane sindaco di Orbetello ignora; e resta il fatto che Albinia è un crocevia che riguarda più comuni, che è un buon esempio di come gli errori di un’amministrazione possano ricadere su tutto il territorio e , soprattutto, di come il Comune di Grosseto si stia sottraendo al ruolo di “capofila” che dovrebbe svolgere e ha tanto sbandierato in campagna elettorale”.
“Sosteniamo che le fiere e le sagre locali debbano avere il ruolo di ampliare l’affluenza turistica nel nostro territorio – proseguono i pentastellati – essere progettate da una cabina di regia competente e in grado di coordinarle nell’insieme della promozione provinciale e successivamente affidate a soggetti idonei a gestirle. Crediamo che quest’organismo si identifichi potenzialmente in GrossetoFiere e che debba svolgere una funzione di supporto agli amministratori locali, come sostiene del resto il suo statuto quando ne chiarisce la mission.
Purtroppo, la politica maremmana sta ancora riposando: intanto, rincorre l’illusione del regolamento perfetto e definitivo così che, eludendo con cura il problema della strategia di promozione, sfugge, in modo furbesco, alla responsabilità di decidere cosa sia funzionale ad essa e cosa, viceversa, in netto contrasto”.