GROSSETO – Lunedì 15 maggio in sala Pegaso si discuterà di barriere architettoniche in modo non convenzionale. L’appuntamento è per le 15:00 nella sala Pegaso di palazzo Aldobrandeschi, in piazza Dante, dove si terrà la tavola rotonda “La disabilità non è un handicap: città accessibile, vantaggio per l’intera comunità”, promosso da Collegio provinciale dei geometri in collaborazione con la fondazione Il Sole onlus. Per i geometri, inoltre, la partecipazione al convegno comporta l’acquisizione di crediti formativi professionali (Cfp2).
All’iniziativa saranno presenti i ragazzi dell’Istituto tecnico per geometri, che illustreranno il progetto di adeguamento e abbattimento delle barriere architettoniche che hanno redatto per via Galilei in collaborazione con il Collegio dei geometri e con Fiaba (Fondazione italiana abbattimento barriere architettoniche).
Partecipano Paola Borracelli, presidente Collegio dei geometri, Riccardo Ginanneschi, assessore al commercio, Fabrizio Rossi, assessore all’urbanistica, Beatrice Benesperi, architetto del Centro regionale per l’informazione e la documentazione sull’accessibilità, Lorella Ronconi, Fondazione Il Sole, Luciana Pericci, Consulta comunale disabilità, Laura Tavanti, interprete Lis. Coordina l’incontro Massimiliano Frascino, presidente fondazione Il Sole.
«Il Collegio dei geometri – spiega la presidente Borracelli – ha chiesto la collaborazione alla Fondazione Il Sole Onlus per organizzare insieme un workshop sull’accessibilità dei centri urbani.
Non un convegno classico, ma un’occasione di confronto operativo tra chi pensa e progetta il tessuto urbano e le persone con disabilità che ne fruiscono. Con l’obiettivo di ragionare sull’eliminazione delle barriere architettoniche per rendere più accessibile la città a tutti i cittadini. La vivibilità degli spazi urbani, infatti, è un tema trasversale che si declina in una progettazione attenta ai bisogni concreti delle persone, più informata al buon senso che a rigidi schemi legislativi».
«Progettare adeguatamente il contesto urbano – aggiunge Lorella Ronconi – contribuisce a non trasformare la disabilità in un handicap. Anche tenendo conto del fatto che ognuno di noi è potenzialmente un “portatore di handicap”. L’esperienza di chi convive con difficoltà motorie e sensoriali può aiutarci a comprendere le cose basilari che vanno tenere a mente quando si progetta e/o realizza interventi edilizi. Progettare per rendere migliore la qualità della vita è un obbiettivo importante che dobbiamo raggiungere, consapevoli dei vantaggi che ne trarrà l’intera comunità».