GROSSETO – «Ringraziamo il primario della pneumologia di essere intervenuto a conferma di quanto sosteniamo e dichiariamo da mesi. Purtroppo, chi dovrebbe rispondere continua a tacere, tirando medici in questioni politiche». A parlare sono Marco Barzanti e Luciano Fedeli del Partito comunista italiano.
«Prendiamo atto con soddisfazione che i dati diffusi dal primario della sezione di pneumologia – prosegue la federazione grossetana del partito comunista -, afferente l’area medica, confermi quanto abbiamo dichiarato nei giorni scorsi ossia che la pneumologia di Massa risulti depotenziata non solo negli aspetti formali ma anche nella sostanza».
«Prendiamo atto che le risposte non vengono dai sindaci ma dal primario su questioni che non lo riguardano ma fanno parte di aspetti e scelte politico – istituzionali. Dove si colloca un’attività, non solo sanitaria ma un’attività in genere, è un problema che riguarda la pianificazione e non tecnico la gestione. Ricordiamo per questo che l’Unità Operativa Complessa era stata istituita nel 2007 e confermata nel 2013 da Regione Toscana, sindaci e Azienda USL di Grosseto. Nel 2014 è invece stata soppressa con una delibera, la 389 del luglio 2014, emanata dalla direzione aziendale. Un atto che ha messo in un angolo le istituzioni. La Direzione Aziendale con la propria deliberazione monocratica e autoritaria stravolge la programmazione approvata dalle istituzioni, le scavalca mentre il compito aziendale invece sarebbe quello di attuare gli indirizzi istituzionali. La politica e gli enti locali, in primis il Sindaco di Massa Marittima, sono state messe a conoscenza in tempi utili di quanto stesse avvedendo ma nulla si è stato mosso».
«Le ricadute sui cittadini: chi sostiene che nulla è cambiato sposa una tesi non rispondente alla verità – continuano Barzanti e Fedeli -. L’operazione fatta dalla direzione e sostenuta dai silenzi politici ed istituzionali, fa perdere professionalità, potenzialità alla struttura, servizi per i cittadini, in un ospedale periferico che tutti dicono a parole di voler tutelare ma nei fatti viene depotenziato. Si perde anche un servizio riferimento non solo per i comuni delle Colline Metallifere o la Provincia di Grosseto ma la per la Val di Cornia, la Bassa val di Cecina e l’Area Senese. I numeri parlano e non fanno opinione nel Presidio di Massa Marittima: i ricoveri che nel 2013 quando la pneumologia era Unità operativa Complessa erano 610, con il passaggio a Unità Operativa Semplice sono arrivati nel 2016 a 211, con una riduzione di attività di 399 ricoveri, pari al 65%, così sono diminuite le prestazioni specialistiche passando dalle 13.000 prestazioni del 2013 alle 11.000 del 2016 con una riduzione del 15% (-1.928)».
«E qualcuno ci vuole far credere che non è cambiato nulla! Nella programmazione degli ospedali i presidi periferici dovevano avere delle specialistiche con livelli di eccellenza e per il territorio della zona nord la pneumologia era l’eccellenza di riferimento non solo provinciale. Tutto questo si commenta da solo e le responsabilità di queste scelte non sono di altri (Governo o Regione) ma solo di una latitanza politica ed istituzionale sempre più inchinata ai voleri aziendali e sempre più spostata non su logiche di servizio ma dinamiche e meccanismi per equilibri di potere».
«Per il futuro. È bene sapere già da ora che se vi saranno tagli sarà la sezione di Massa Marittima a subirli alla faccia delle chiacchiere che alcuni Sindaci e l’Azienda fanno – continua -. Il conto di tutto lo pagheranno i cittadini e i territori marginali, grazie a una politica che vuole illudere rispetto alla realtà che è ben altra. Nulla da dire sulle professionalità e sui professionisti che tengono in vita un ospedale periferico ma la riduzione c’è stata ed avrà conseguenze per i servizi e per l’occupazione. Non vedere la realtà è sinonimo di miopia politica e sarebbe da folli per un’azienda non adeguare il personale alle prestazioni effettive che sono notevolmente diminuite così come lo sono i servizi per i cittadini. Il Partito Comunista Italiano non ci sta e non solo denuncia il fatto specifico ma intende perseguire una battaglia a sostegno della sanità pubblica, dei servizi territoriali e del welfare nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini, nel rispetto della Costituzione e per la tutela del diritto alla Salute».