GROSSETO – “Non sono né esagerati, tanto meno invasivi, ma assolutamente necessari”.
I lavori in esecuzione lungo il fiume Ombrone, nel caso specifico, che ha sollevato le rimostranze di alcune associazioni, in località Grancia, nei pressi del Ponte dei Francesi, denominati “Perizia 75”: intervento di movimentazione di materiale d’alveo, difese spondali e ripristino sezioni di deflusso sul fiume Ombrone in località Fiume Morto (Ponte dei Francesi), nel comune di Grosseto. Si tratta di lavori progettati dal Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud e condivisi dalla Regione Toscana (ufficio del Genio Civile di Grosseto), che ne finanzia la spesa, al fine di recuperare una lunga tratta di sponda che a seguito di erosioni era stata compromessa, andando a mettere in pericolo il ponte che da Grancia collega la sponda destra del fiume in direzione della città di Grosseto.
Al fine di rinsaldare la spalla destra del ponte stesso che era stata scalzata dagli eventi alluvionali del 2012. La zona, era stata erosa dalle piene del fiume, che nella loro dinamica avevano completamente estirpato, eradicandole, la totalità delle piante, per un tratto di 160 metri della sponda destra (quella lato città per intendersi), la quale risultava, al momento dell’inizio dei lavori, una landa pietrosa e sabbiosa, del tutto indifesa dall’azione erosiva delle piene che a causa di sedimenti in alveo ricevevano una marcata deviazione, verso la sponda stessa. Pertanto, la realizzazione di una scogliera in massi ciclopici, la rimodellazione dell’alveo dai sedimenti e la loro sistemazione nella sponda, al fine di ricostituire la stessa, è l’unico modo che, con comprovata efficacia (vedi interventi analoghi a La Steccaia), poteva risolvere la situazione, accelerando la rinaturalizzazione delle sponde e la loro stabilizzazione, difendendole dall’impeto erosivo del fiume.
“Pertanto – commenta il presidente del Consorzio, Fabio Bellacchi – certe critiche appaiono ingiuste e infondate, a fronte di una soluzione tecnica a nostro avviso ineccepibile. Tanto che a tal proposito era stata acquisito il parere favorevole in conferenza dei servizi, sin dal 29 agosto dello scorso anno. Va detto anche, che la portata del fiume in stato di piena, raggiunge talvolta i 2300 metri cubi al secondo. Ben oltre quella con la quale le associazioni vivono e fanno vivere il fiume, con escursioni in canoa e quant’altro. Iniziative lodevoli, ma che interessano l’Ombrone in un momento in cui non si riesce a coglierne l’estrema pericolosità.
Fiume Ombrone che è senz’altro amico, ma che, se trascurato, può trasformarsi in un nemico acerrimo e devastante, come purtroppo ben sappiamo. Ci pare così ingereneroso, definire invasivo, un intervento mirato su un tratto di 160 metri, su un totale 14 chilometri. L’ambiente curato con tenacia e assiduità, così come la manutenzione costante dei corsi d’acqua, al fine di mantenere un elevato livello di sicurezza; sono da sempre una priorità del Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud.
Riguardo il Contratto di Fiume, Il Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud è sempre più che disponibile, per quanto di sua competenza, alla partecipazione al progetto. Ma non ci pare questo il modo più corretto di agire e di chiedere la nostra collaborazione, raccontando cose che non sono esatte. Anche perché nessuno qui si è dimenticato di esso, quanto piuttosto, negli ultimi circa 12 mesi, siamo stati assorbiti quasi completamente dalla redazione di strumenti fondamentali per il Consorzio di Bonifica, come quella del nuovo piano di classifica e il ricalcolo successivo degli avvisi bonari del tributo di bonifica, che partiranno in questi giorni”.