MAIANO LAVACCHIO – Tre pecore morte e tre ferite, due arieti dispersi assieme ad altre quattro pecore. È il bilancio di un’altra notte di attacchi alle greggi avvenuta questa notte a Maiano Lavacchio, nel comune di Magliano in Toscana, all’interno dell’azienda di Martino Angelo Pira.
Al bilancio va aggiunto lo stress subito da tutto il resto del branco «che rimarrà improduttivo per vari giorni, aggiungendo così ulteriori danni a quelli subiti durante l’attacco».
«Ci troviamo di fronte una situazione compromessa che vede da un lato gli allevatori e gli agricoltori già in ginocchio e in difficoltà per le condizioni di calamità naturali (ultima per comparsa la siccità); dall’altro le politiche che non riconoscono il valore aggiunto di questo mondo sottovalutando l’importanza di prodotti che sono alla base dell’alimentazione e della dieta mediterranea». Affermano, in una nota congiunta Martino Angelo Pira, Pietro Tola e Massimo Felicioni.
«Oggi un litro di latte a un allevatore è pagato 0.90 cent iva compresa, un agnello 2.50 € il chilo, e la vendita di 54 agnelli non basta a pagare un carico di 60 quintali di mais necessari all’approvvigionamento aziendale.- prosegue la nota -. Per quanto riguarda gli attacchi da parte dei predatori il settore non gode più della possibilità d’indennizzo da parte delle regioni e non può neanche rivolgersi a compagnie assicurative private che ritengono la situazione troppo rischiosa».
«Quello che chiedono le aziende è la ricerca di una soluzione reale che sia possibile mettere in pratica – precisano -. Uno studio e delle azioni controllate che siano in grado di tutelare sì il lupo appenninico e allo stesso tempo le aziende che non riescono più a far fronte a questa piaga. Il rischio che si sta correndo in questo momento è la strumentalizzazione demagogica di tutti coloro che vogliono trattare l’argomento senza aver in mano un’analisi scientifica capace di fotografare l’oggettiva situazione e di conseguenza trovare la soluzione migliore per tutti».
Alcune aziende agricole che si sono rivolte a Massimo Felicioni «stanno cercando di aprire un canale che porti l’autorizzare del Ministero alle Politiche Agricole e della Regione Toscana allo studio e la soluzione del fenomeno ormai fuori controllo. Già nella mattinata sono stati contattati alcuni referenti governativi e regionali di associazioni di categoria e scientifico ambientale che si sono già rese disponibili a trattare la questione».