FOLLONICA – «La dignità di due rom vale più del diritto al lavoro?” C’è da rimanere sbalorditi a leggere questa dichiarazione rilasciata alla stampa da parte dei due consiglieri grossetani Gino Tornusciolo e Pasquale Virciglio». Così si legge nella nota dell’Anpi (associazione nazinale partigiani d’Italia) provinciale di Grosseto.
«Assolutamente disonorevole che due componenti di un’istituzione pubblica possano paragonare la suprema dignità umana a qualsiasi altra cosa, compreso il diritto al lavoro (- tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali – Tornusciolo e Virciglio, ma l’avete letta la Costituzione?)»
«Siamo dispiaciuti per come stia andando a finire questa brutta storia dei dipendenti della Lidl. Anzi, se chiedessero scusa alle due signore, alla città di Follonica, e soprattutto rifiutassero certa “solidarietà pelosa” espressa loro dal capo della Lega Nord e dai neofascisti di Casa Pound, confidiamo e auspichiamo che possano anche tornarci al lavoro: questa volta da uomini, in maniera quanto meno più matura».
«Possiamo anche capire “l’arrampicarsi sul pero” di quel Matteo Salvini, che non vedeva l’ora di sfruttare la ghiotta occasione per raccattare qualche like su facebook (pare che ormai di questo si campi…), così come la sua degna comare, sindaca di Cascina (che addirittura invita le aziende follonichesi a contattarla per offrire lavoro ai ragazzi licenziati. Mah…. direi che le aziende, se vogliono, possono contattare direttamente i ragazzi, a che gli serve un sensale?)».
«Ciò che troviamo inaccettabile è che i due consiglieri – esseri umani al pari di tutti gli altri, che gli piaccia o meno – facciano scadere così in basso il livello politico di una terra gloriosa e antifascista quale è la Maremma. “Roba da Matti” lo diciamo noi».
«Siamo stufi di certi rigurgiti fascisti nella nostra terra. Bisognerebbe conoscere la storia, e di come si affermò il nazismo. Negli anni ’30-’40 del Novecento, cominciarono a colpire proprio i Rom, con il plauso di gran parte della popolazione; quindi, affermato il disvalore della discriminazione del “diverso”, toccò agli omosessuali, poi agli ebrei, poi ai comunisti, poi ai menomati sia fisicamente che mentalmente. Finì con milioni di morti e con una guerra mondiale che ridusse l’Europa in cenere».
«Noi non accetteremo derive fasciste in questa terra. Follonica e la Maremma sono luoghi di sviluppo, di pace, di rispetto degli uomini e delle leggi. Siamo terra di solidarietà e integrazione, che non lascia spazio a modelli che rappresentino un grave pericolo di regressione della nostra società. Quello stesso pericolo che fa perdere il lavoro alla gente».