FOLLONICA – «È stato uno scherzo. Stupido certo, ma pur sempre uno scherzo». Così Ramon Zurita, uno dei due dipendenti della Lidl licenziati ieri dall’azienda dopo il video girato con le due Rom sul retro del supermercato si sfoga su Facebook in un lungo post. «Per rispetto dell’azienda e per la speranza di rientrare non ho mai voluto (potuto) parlare in questi due mesi, ho detto no a molte trasmissioni e se volevo visibilità come qualcuno ha detto perché non farlo, mi pagavano bene».
Poi Zurita inizia una lunga descrizione di quanto avvenuto, punto per punto. «La merce che buttiamo è roba buona e vi garantisco che ne buttiamo molta. E non va a nessuna associazione per i poveri, va dritta alla discarica del Coseca! Margherita, la Popova, due rumene, due uomini italiani, un anziano zoppo in macchina e un signore che veniva con il furgone a caricare per poi rivendere la roba buona a gente più povera di loro: queste sono le persone che realmente, dalle 6 del mattino (perché noi entriamo alle 6 del mattino) sono già lì ad aspettare, puliscono il piazzale, cambiano il cesto della spazzatura cosa “vietatissima dall’azienda”».
«I lucchetti credo di aver perso il conto di quanti venivano rotti due minuti dopo essere stati messi. Appena uscivi a buttare la roba (buona) di solito io e Andrea, perché le colleghe femmine avevano paura con quella gente attorno e si rifiutavano sempre, partivano le spinte, i colpi, le minacce e la roba da mangiare spariva nemmeno fatti due passi dall’uscita del negozio. Tutti lo sapevano da anni, anche l’azienda. “Vuoi mandare via la zingara? Bene fai tu la denuncia”. Io? “Io azienda non voglio sapere nulla. Buttate la candeggina nella roba da mangiare così vedrai non vengono più”».
«Il video era uno scherzo, stupido certo, ma pur sempre uno scherzo, la porta si apriva, sono due porte non una, la sua amica rideva e continuava a prendere la roba… Io ero in pausa. Il video è stato messo da me nella chat di whatsapp composta dai soli 24 dipendenti Lidl Follonica, e il video non l’ha fatto uscire Andrea come detto all’inizio, ma qualche altro collega davvero bravo e furbo (per questo è in corso una denuncia presso la Polizia postale). Per il discorso razzista, beh sono per metà sardo e metà peruviano per di più nero anzi mulatto come direbbero i miei amici, quindi figuriamoci se sono razzista, però vi dico – conclude -: non confondiamo la tolleranza con il razzismo!».
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