GROSSETO – Era stata assunta nel 1981, 34 anni fa, dall’ordine dei medici. Il contratto che le era stato applicato era un co.co.co. Normale che fosse così, specie nei primi mesi di lavoro. Il contratto però negli anni non era mai stato cambiato. Nel 2015 poi, con l’arrivo del nuovo presidente dell’Ordine dei medici, Anna Maria Baraldi, 77 anni, era stata licenziata «senza preavviso, senza il riconoscimento delle indennità di fine rapporto e, praticamente, senza aver diritto a un trattamento pensionistico adeguato» come sottolinea l’avvocato della donna Alessandro Antichi.
«Il giudice del lavoro Giuseppe Grosso – prosegue Antichi – ha riconosciuto la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato (nascosto sotto la fittizia apparenza di una collaborazione autonoma) e ha condannato l’Ordine dei Medici al pagamento del trattamento di fine rapporto, della indennità di mancato preavviso e dell’indennità per le ferie non godute. Inoltre il giudice ha condannato l’Ordine dei Medici alla costituzione in favore della dipendente di una rendita vitalizia corrispondente al trattamento pensionistico che le sarebbe stato erogato ove il datore di lavoro avesse versato i corrispondenti contributi previdenziali».
«L’Inps sta procedendo, sulla base della sentenza, al recupero dei contributi evasi relativi agli ultimi cinque anni (non ancora prescritti) a carico dell’Ordine di Medici» precisa Antichi. Il giudice ha condannato l’Ordine dei medici al pagamento di 99 mila euro a titolo di indennità di anzianità trattamento di fine rapporto, 2.287 euro a titolo di indennità di ferie non godute e 10 mila euro a titolo di indennità sostitutiva del preavviso.