GROSSETO – “26 aprile 1943, bombe piene di “democrazia” cadevano su Grosseto facendo strage di civili inermi, fra cui tantissimi bambini”. Paolo Serra ricorda il tragico evento.
“Qualche idiota – scrive – indegno di essere italiano, ha anche manifestato comprensione per questo attacco proditorio, giustificandolo, sostenendo che era la logica conseguenza della guerra fascista, anziché manifestare sdegno per un fatto che rimane comunque una strage ingiustificabile.
Qualche altro pseudostorico, ci possiamo immaginare di che parte, quella dei trinariciuti, ha sostenuto che la gravità fu ingrandita dalla propaganda fascista. Meno male che io non ho bisogno di leggere i libri di scuola omologati dall’Anpi”.
“Io ho mia madre, la sua memoria, il suo ricordo di tanti bambini che, meno fortunati di lei, morirono in modo orribile in quel giorno, che doveva essere di festa. Un ricordo particolare deve andare al vescovo Galeazzi, un grande pastore del popolo grossetano, che per primo levò la sua voce sdegnata contro questo ignobile atto, e volle il Sacro Cuore per tramandarne la memoria”.