GROSSETO – «Come ogni anno l’Italia celebra una “festa non di tutti” il 25 Aprile 1945, nascondendo che si tratti di una delle giornate più sanguinose della nostra storia contemporanea». Il consigliere comunale di Grosseto Pasquale Vircifglio interviene sulla festa della Liberazione e chiarisce «Sanguinosa non perché fu giorno di pari battaglia tra eserciti avversari. Il 25 Aprile non è stato il Piave, non è stata El Alamein. Il 25 Aprile 1945 è stato una giornata di violenza fratricida tra italiani. È stato il massacro dei vinti, ormai senza difesa, perché le armate dei vincitori avevano già vinto la guerra. Chi ha compiuto il massacro non è stato il popolo esasperato dalla violenza della guerriglia».
«Il 25 Aprile 1945 è stata tra le giornate più tristi della nostra storia contemporanea a causa dei massacri compiuti dalle formazioni del Partito Comunista Italiano sui loro compatrioti arresisi, per nuove egemonie di potere ed ideologie – prosegue Virciglio -. Questo bagno di sangue è stato troppo lungamente ignorato dalle istituzioni italiane e si insiste ad imporre, come verità di Stato, la vecchia storia divulgata dai vincitori. La cultura storica è stata piegata a questo dictat politico. Ma questo è il passato e fortunatamente gli orrori di ieri non torneranno oggi. A cosa serve dunque celebrare ancora tali ricorrenze? Per aumentare le contrapposizioni anacronistiche?».
«In un giorno così solenne noi, nuove generazioni, per noi stessi ma soprattutto per i nostri figli, dovremmo dire basta alle trincee ideologiche e tutti insieme, destra e sinistra, dovremmo lottare per passare da una ricorrenza triste ad una reale “Riconciliazione Nazionale” che rimargini le ferite che le parti in lotta si sono reciprocamente inflitte. A tal proposito sarebbe utile moderare i toni della bagarre politica e dire basta a questo sentimento di aggressione mediatica e verbale, tra schieramenti politici contrapposti, che sta creando un clima di pesante tensione nella nostra Grosseto che non aiuta; quando quello che dovrebbe essere l’unico obiettivo per noi amministratori eletti: il bene dei cittadini e l’interesse pubblico».