MONTE ARGENTARIO – 65 mila euro di sanzioni e 500 chili di pesce sequestrato: è il risultato dell’operazione “Pesce d’aprile” messa in campo dalla Guardia costiera in tutta la Toscana. Controlli che hanno riguardato tutta la filiera ittica. In mare, le verifiche sulle attività di cattura; in banchina, le operazioni di sbarco e registrazione del pescato; sul territorio, il trasporto, la distribuzione, la vendita e la somministrazione.
L’operazione è stata coordinata dalla direzione marittima della Toscana secondo centro controllo area pesca di Livorno ed eseguita dal personale ispettivo di tutti gli uffici marittimi dislocati sui circa 600 km di coste della Regione, isole comprese. 53 militari e 13 motovedette, sono le risorse impiegate per portare a termine 342 controlli, dai quali sono scaturiti 43 sanzioni di cui 4 di rilievo penale e 33 sequestri, tra attrezzature e pescato.
In provincia di Grosseto i militari dell’Ufficio circondariale marittimo di Porto Santo Stefano con il personale delle articolazioni territoriali, in particolare dell’ufficio di Porto Ercole, hanno sequestrato 20 attrezzi illegali, tipo nasse, pericolose per la navigazione nelle acque antistanti il litorale di Ansedonia.
Ad un pescatore subacqueo dilettante è stata comminata una sanzione di 1.000 euro e sequestrato il fucile poiché scoperto dalla Guardia costiera di Porto Ercole a pescare in porto dove è vietato.
A Porto Santo Stefano un ristorante è stato controllato dalla Guardia costiera e trovato privo di documentazione sufficiente a dimostrare la provenienza del prodotto ittico nel locale. Oltre 10 kg il prodotto sequestrato. Multa di 1.500 euro per l’uomo.
Il Comandante di un peschereccio della marineria di Porto Santo Stefano è stato denunciato a seguito di una complessa attività di monitoraggio che ha visto coinvolte le sale operative della Guardia Costiera livornese, del Comando Generale di Roma e delle Autorità maltesi. In particolare è stato scoperto che l’unità ha effettuato una navigazione oltre i limiti della propria abilitazione navigando, peraltro, nelle acque di gestione Maltesi in cui è vietata la pesca salvo preventiva autorizzazione dello Stato Maltese, contravvenendo così alle disposizioni Comunitarie e nazionali vigenti. Il Comandante del peschereccio è stato deferito alla competente Autorità giudiziaria di Agrigento.
Le attività di vigilanza per la prevenzione e la repressione degli illeciti in materia di pesca continueranno nei prossimi giorni per la tutela delle risorse del mare e della sicurezza del consumatore.