GROSSETO – Con l’abolizione dei voucher si è aperta una fase difficile per le imprese, soprattutto per quelle che operano in settori come il turismo, nei quali la stagionalità è un fattore determinante. Parte da questa considerazione la “battaglia” che Confcommercio sta combattendo per chiedere al Governo un intervento rapido che vada incontro alle esigenze delle imprese e allo stesso tempo anche a Grosseto ha incontrato gli imprenditori per parlare delle alternative possibili e di come poter gestire questa fase transitoria. Tra le iniziative messe in campo quella di questa mattina all’Hotel Granduca che ha ospitato il convegno “Il lavoro nei pubblici esercizi tra regole e flessibilità”.
Tra i partecipanti era presente anche Silvio Moretti, direttore area sindacale previdenziale e formazione della Fipe. « C’è bisogno di un nuovo strumento che vada a colmare il vuoto normativo, perché i voucher non ci sono più, ma rimane l’esigenza di avere uno strumento che risponda ad alcuni criteri come la occasionalità, i tempi brevi e la discontinuità soprattutto nel turismo e nei pubblici esercizi».
«Tra l’altro – aggiunge Moretti – la decisione del Governo arriva alle porte della stagione e questo creerà problemi a tutte quelle aziende che utilizzavano i voucher magari per offrire servizi aggiuntivi che potranno essere messi in discussione».
Rispetto ai voucher, cancellati dallo scorso 17 marzo, ad oggi sono soltanto due le possibili alternative, il “lavoro extra” e il “lavoro a chiamata”, tipologie che però hanno costi di gestione per le imprese molto più elevati rispetto ai buoni lavoro. Prendendo come riferimento i voucher, per esempio il “lavoro a chiamata” ha un costo orario più che doppio.
Critica rispetto all’abolizione dei voucher anche il direttore di Confcommercio Grosseto Gabriella Orlando. «È stata una scelta sbagliata e negativa, una decisione che ha cancellato l’unico strumento che rispondeva alle esigenze dell’imprese. Adesso ci aspettiamo che il Governo faccia presto e presenti uno strumento che sia utilizzabile dalle imprese».
In provincia di Grosseto nel 2015 erano stati utilizzati 500 mila voucher (che corrispondono a 500 mila ore di lavoro). Una cifra che, secondo i dati in possesso a Confcommercio, rappresenterebbe soltanto l’8% del monte orario totale. Insomma una parte marginale per Confcommercio che mette in evidenza come adesso il rischio lavoro nero sia alto. E a confermare questa rischio è anche l’Ispettorato Territoriale di Grosseto. «Almeno in questa fase transitoria c’è il rischio di lavoro nero – spiega Mariafrancesca Santoli, direttore dell’Ispettorato -. Dobbiamo dire che i voucher avevano aiutato l’emersione del nero anche se ci sono stati casi in cui venivano utilizzati in modo irregolare come per esempio in edilizia».