GROSSETO – Gli italiani scelgono la tradizione, anche per la Pasqua. L’alimento più rappresentativo della consuetudine pasquale per la maggioranza degli italiani resta la carne d’agnello che viene servita quest’anno in più di una tavola su due (52%) nelle case, nei ristoranti e negli agriturismi. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ in occasione della Pasqua. Il tradizionale pranzo della festa rappresenta un appuntamento determinante per la sopravvivenza dei pastori poiché in occasione di questa festività si acquista quasi la metà della carne di agnello consumata dagli italiani durante tutto l’anno.
“Quello degli allevatori, dei pastori è un ruolo fondamentale per la tutela del territorio – argomenta Andrea Renna, direttore della Coldiretti di Grosseto – ma è un lavoro messo a rischio, ce lo dice la cronaca degli ultimi giorni, dai predatori che non sono tenuti sotto controllo. Fondamentale, quindi, sostenere la loro attività”.
E quest’anno c’è una ragione in più, perché portare la carne di agnello a tavola significa anche – sostiene la Coldiretti – salvare il lavoro dei circa 4mila pastori terremotati che non hanno ancora abbandonato le aree colpite dal sisma di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria dove, sempre secondo l’analisi, solo nei 131 comuni del cratere, sono allevate 213mila pecore e capre #SalvaUnPastore. Un’occasione – sottolinea Coldiretti – per recuperare i piatti della transumanza tramandati da secoli ovunque con l’effetto di consentire la sopravvivenza di un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità”.
“Il terremoto – aggiunge Marco Bruni presidente della Coldiretti maremmana – ha infatti allontanato i turisti e ridotto le spedizioni verso le grandi città come Roma dove storicamente vengono acquistati agnelli del centro Italia di grande qualità”. Non è un caso che secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ ben 1/3 degli italiani (34%) acquisterà carne d’agnello italiana e il 12% addirittura ha scelto di comperarla direttamente dal produttore mentre solo il restante 6% non è interessato alla provenienza. Per garantirsi acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio della Coldiretti è dunque quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale, o di rivolgersi direttamente ai pastori, quando è possibile”.
Secondo un’analisi Coldiretti sono 60mila gli allevamenti di pecore presenti in Italia, spesso concentrati nelle aree più marginali del Paese, per un patrimonio 7,2 milioni di animali, situati in maggioranza in Sardegna.