GROSSETO – Sostegno dalla Coldiretti di Grosseto per gli agricoltori e le mondine che hanno lasciato le risaie delle principali regioni di produzione, dalla Lombardia al Veneto, dall’Emilia al Piemonte, per manifestare nella Capitale con cartelli, striscioni e sacchi di riso. Anche in Maremma il problema è particolarmente sentito ad investe delle storiche e affermate aziende che risentono della situazione.
A rischio sono i loro redditi e un numero importante di posti di lavoro oltre all’indotto. Sotto accusa le speculazioni e gli inganni che mettono a rischio il primato dell’Italia in Europa come si legge negli striscioni “Da risaia a tavola prezzo aumenta di 5 volte, basta speculazioni” ma anche “+346% import riso da Vietnam, è invasione” Ma al centro della protesta #SosRisoItaliano ci sono anche le condizioni di sfruttamento del lavoro, l’inquinamento ambientale e i rischi per la salute dei prodotti importati low cost dall’Oriente dove sono ammessi pesticidi vietati in Europa da decenni.
Per combattere la concorrenza sleale gli agricoltori chiedono che ai prodotti importati vengano fatte rispettare le stesse regole di quelli nazionali che devono essere riconoscibili con un sistema trasparente di etichettatura di origine. “Basta inganni, subito l’etichetta di origine del riso – afferma Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto -. “Ci vogliono 3 chili di risone per comperare un caffe” dicono gli agricoltori che hanno provocatoriamente pagato caffe e cappuccino con il baratto nei bar circostanti il Ministero delle Politiche Agricole dove è in corso un incontro di settore con il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina dal quale sono attese importanti novità.