GROSSETO – Luca Sani, presidente della XIII commissione Agricoltura della Camera, non si unisce al coro di quelli che esultano per lo stop che sembra essere stato impresso alla realizzazione del Corridoio tirrenico. Interpellato per telefono dalla redazione de IlGiunco.net il parlamentare maremmano è piuttosto duro, e ne ha per molti.
«Purtroppo – esordisce – sta succedendo proprio quello che avevo paventato a gennaio, quando avevo sintetizzato la situazione con una battuta. È finita come per quello che diceva “M’ha lasciato lei, ma l’ho deciso io”. Non prendendo una decisione responsabile e unitaria come territorio, si è dato il pretesto per rimettere tutto in discussione, con il rischio concreto che fra dieci anni il tema dei collegamenti stradali nord sud in provincia di Grosseto sia ancora irrisolto».
Una responsabilità condivisa da molti.
«In primo luogo dai sindaci del Centrodestra di Grosseto, Magliano e Orbetello, che hanno scambiato il loro ruolo di rappresentati istituzionali per quello di capipopolo di una minoranza rumorosa ma estranea agli interessi reali di questo territorio. Che senza un’adeguata dotazione infrastrutturale si ritroverà sempre più isolato e marginale rispetto alle dinamiche economiche della Toscana e del centro Italia. In questa vicenda si è saldata una pericolosa alleanza dell’immobilismo che mette insieme centrodestra, ambientalismo utopico, ricchi signori con proprietà terriere, sinistra estrema e purtroppo pezzi del partito democratico».
Quindi il problema, secondo lei, è tutto locale
«Sì, in modo prevalente. Perché la battaglia politica è stata impostata sin dall’inizio in modo sbagliato. Fornendo un alibi perfetto a chi, a vario titolo, ha interesse all’immobilismo».
Può essere più chiaro?
«Non ho problemi. Sin dall’inizio si doveva dire sì all’autostrada e battersi per una progettazione di qualità e per una viabilità complanare adeguata ai bisogni. La provincia di Grosseto ha da sempre un indice di infrastrutturazione deficitario e questo incide sulla solidità e qualità dello sviluppo. Inoltre la differenza tra autostrada e superstrada con standard comunitari è ininfluente rispetto al consumo di territorio. In entrambi i casi, con l’eliminazione degli ingressi a raso, infatti, si dovrebbero realizzare le complanari. In tutta Europa le autostrade sono finanziate dai pedaggi; chiedere un’eccezione per Grosseto significa perpetrare un dannosissimo atteggiamento di subalternità e un vittimismo autolesionista. Significa coltivare il complesso d’inferiorità e non valorizzare le proprie capacità. Per Vivarelli Colonna, che si atteggia a paladino della provincia contro il resto del mondo, davvero un bel risultato. Peccato che a rimetterci sia un’intera economia».
Ad oggi si profila l’adeguamento dell’Aurelia a quattro corsie
«Con quali risorse pubbliche? Non basta mica auspicarla, una soluzione, per vederla concretizzare. La verità nuda e cruda è che lo Stato, ovverosia l’Anas, non è in grado di intervenire in tempi ragionevoli. Oltre al fatto che si vuole far finta di non sapere che l’Autostrada tirrenica è oggetto di una concessione a Sat, la quale si è impegnata a realizzare l’opera con capitali privati».
Lei sembra non considerare chiusa la partita
«Questa storia va avanti da quarant’anni. Spero ci siano le condizioni per non buttare alle ortiche una seria prospettiva di sviluppo per la Maremma. Io lavorerò per questo con Governo e Regione Toscana. Non posso accettare l’idea che diventiamo una riserva indiana».