GROSSETO – Banda ultralarga in tutta la Toscana, anche nelle frazioni meno abitate dove con la sola logica di mercato non sarebbe giunta. La porteranno Regione e ministero allo Sviluppo economico, che vi investiranno 228 milioni: così anche nei borghi più isolati si potrà navigare su internet veloci, non solo ad oltre 30 megabit al secondo (che sarebbe già banda ultralarga) ma almeno a 100 megabit. Per partire però subito con i primi cantieri e affinché entro il 2020 l’ultimo comune sia cablato servono procedimenti amministrativi snelli e rilascio rapido dei permessi per gli scavi: un impegno chiesto ai Comuni (e alle Province) attraverso la firma di una convenzione.
Nella sala Pegaso a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione, l’assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli, ha incontrato gli amministratori dei comuni, oltre centonovanta, che saranno coinvolti dalla seconda alla quarta ed ultima fase della gara bandita da Infratel, società in house del ministero allo sviluppo economico, e che è stata assegnata a Open Fiber. Erano una cinquantina gli amministratori fisicamernte presenti, altri collegati in streaming. Con Bugli hanno partecipato alla riunione fiorentina anche Alessio Beltrame, capo della segreteria del sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, e il direttore generale di Infratel Salvatore Lombardo.
Tre settimane fa c’era stato il primo incontro, rivolto alle 73 amministrazioni comunali ricomprese nelle prima delle quattro fasi del progetto, con alcuni cantieri che si apriranno già entro l’estate. In altri dodici comuni ricompresi nelle ‘aree bianche’ la banda ultra larga sta invece già arrivando, parte di un intervento deciso nel 2015 e finanziato con altri 29 milioni.
Ad oggi solo il 5,2 per cento delle unità immobiliari di tutti i 276 comuni toscani sono raggiunte dalla banda ultra larga. Del piano in quattro fasi che parte oggi beneficeranno alla fine 784 mila toscani e 364 mila tra case, uffici, aziende ed abitazioni, pari a circa il 70 per cento di tutti gli immobili presenti.
L’intervento è capillare, più che con la banda larga e la fibra arriverà vicinissima alle abitazioni, a quaranta o cinquanta metri; ma i disagi dovuti ai lavori saranno limitati perché si cercherà quanto più possibile, ancor più che in passato, di riutilizzare infrastrutture già esistenti, ovvero cavidotti e canaline che già si trovano sottoterra, pubblici o utilizzati da oltre operatori o pubblici. In qualche territorio basteranno per l’80 per cento degli interventi. Laddove non sarà possibile i cavi in fibra saranno posati sulle facciate degli edifici. Dove invece uno scavo in terra sarà alla fine necessario, la trincea scavata sarà davvero piccola: profonda non più di quaranta centimetri, larga venti e ai bordi della carreggiata.
Tutti i comuni toscani saranno interessati dai lavori, compresi i grandi capoluoghi: naturalmente l’intervento riguarderà solo le aree bianche dove internet veloce con il solo mercato non sarebbe mai arrivato e che non coprono l’interezza dei territori comunali.