GROSSETO – Gino Tornusciolo, consigliere comunale della maggioranza di centrodestra, e responsabile grossetano di CasaPound, al centro di una serie di polemiche sfociate sopratutto su web e social dopo la pubblicazione di una serie di post sull’attuale situazione siriana.
«Rivendico il mio diritto ad esprimere un’opinione – ha detto Tornusciolo di fronte ai giornalisti nella conferenza stampa convocata oggi – e avendo contatti in Siria perché CasaPound è vicina ad una Ong che collabora con i ministri siriani mi sento di affermare, fino a prova contraria, che l’attacco con il gas non è opera di Assad. Lo dico basandomi su una serie di cose, m anche perché ad oggi non ci sono prove che quell’attacco, che ha provocato la strage di civili e di molti bambini, sia stato comandato da Assad e dalle sue truppe. Un attacco che comunque condanno, da qualunque fazione sia arrivato».
Poi Tornusciolo chiarisce anche il contenuto di un altro post (che vedete in basso) che aveva provocato polemiche e reazioni nei commenti dei social.
«Non sono negazionista e mai ho negato l’olocausto, ci mancherebbe, così come condanno le legge razziali. Quello che volevo dire nel mio post era che esistono tanti fonti nel web che dicono cose sbagliate e quell’articolo di quel blog era una semplice dimostrazione di come si possa riscrivere la storia. Stesso metodo utilizzato oggi da chi accusa Assad».
«Quello che non accetto – ha concluso Tornusciolo – è che si strumentalizzino le mie opinioni e i miei post sulla situazione internazionale a livello locale e nell’amministrazione che governa la città».
—
—
E in serata arriva anche un post del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna che affronta il tema della situazione siriana invitando alla cautela nell’esprimere giudizi su quanto accaduto.
« Quello che è successo in Siria è un’aberrazione contro l’umanità intera. Chi ha pensato, voluto e realizzato una simile atrocità ha un solo nome: mostro. Quando l’uomo si fa omicida di sé stesso, significa che ha smarrito la retta via. Quando diventa carnefice dei suoi stessi figli, muore addirittura la speranza nel domani. Nella tragica e dolorosa realtà di questo momento, è opportuno che nessuno si avventuri in accuse o in spiegazioni prima che si sia fatta luce sulle responsabilità. Davanti ad una atrocità così immane, credo che l’unica cosa in cui ci si possa rifugiare sia la preghiera, per chi è benedetto dalla fede, o nel silenzio. Da domani, la comunità internazionale dovrà interrogarsi su quello che è successo e adoperarsi in ogni modo con l’unico scopo che ogni abitante di questo pianeta dovrebbe avere: la pace».
—
—