GROSSETO – «La decisione del Governo di proseguire nel processo di totale privatizzazione del gruppo Poste, eliminando completamente il controllo pubblico, mette fortemente a rischio la funzione sociale e la presenza nei centri più periferici e marginali del Paese, dove la nostra azienda è ancora percepita come un presidio istituzionale». I lavoratori di Poste da questa mattina sono in piazza Rosselli per un sit-in che durerà tre giorni.
«Vogliono trasformare Poste italiane in una vera a propria banca – affermano Cisl, Cgil, Failp Cisal, Consat e Ugl -. a rischio è il recapito che, con l’introduzione dei giorni alterni, sta provocando un grave disservizio ai cittadini, oltre a mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro».
«Ormai – sottolineano i sindacati – l’azienda postale non mostra più nessun interesse sul servizio universale, che è obbligata ancora a garantire attraverso i proprio centri recapito, sia per le sovvenzioni che riceve dallo Stato, sia in ossequio all’osservanza di un diritto in favore dell’intera collettività».
«A rischio centinaia di posti di lavoro con l’unico obiettivo di fare cassa per abbattere in modo insignificante il debito pubblico. Solo per questo – concludono i sindacati – lo stato vende “i gioielli di famiglia” privando i cittadini dei servizi e di lavoro i dipendenti».