GROSSETO – «Le proposte della nuova amministrazione sono state compendiate nell’assessorato alla sicurezza – reclamato a gran voce dalla destra già da alcuni anni – che è stato affidato al leader del movimento politico che aveva trasformato i furti nelle abitazioni in un fatto politico. Ma i fatti, testardi, ci hanno messo lo zampino: i furti ed i fenomeni di degrado continuano come e più di prima e ci dimostrano – ormai inequivocabilmente – che la destra sta fallendo proprio laddove aveva suscitato le maggiori aspettative». Così si esprimono i rappresentanti del gruppo consiliare del Pd di Grosseto che criticano la strumentalizzazione fatta dal centrodestra in campagna elettorale proprio sui fatti di cronaca e sugli episodi di criminalità registrati in città.
«Negli anni scorsi a Grosseto, come in molte altre città d’Italia, l’aumento dei furti nelle abitazioni e negli esercizi commerciali, nonché i sempre più frequenti casi di risse e di ubriachezza molesta sono divenuti argomento di battaglia politica. Nella nostra città è sorto anche un comitato, poi trasformato in movimento politico, che ha raccolto ed incanalato la comprensibile rabbia dei cittadini e l’ha diretta contro l’amministrazione all’epoca di centrosinistra, rea di tollerare quei fatti.
Si sono distinti in quest’opera anche gli emuli locali di Salvini ed i rappresentanti di FdI.
Il tema della sicurezza urbana, molto sentito dai cittadini, è stato uno dei temi dominanti della recente campagna elettorale; su questo i cittadini hanno premiato il centrodestra, convinti dalle promesse che la situazione era colpa della giunta di allora e che con il cambio dell’amministrazione sarebbe cambiata».
Oggi che invece la situazione di fatto non è cambiato «i demagoghi della destra securitaria, ora che amministrano la città, sono in palese difficoltà».
«Di qui la ricerca di un alibi. E così gli stessi che sino all’altro ieri davano la colpa al sindaco di ogni furto che accadeva in città, ora invocano le responsabilità del Governo. Ma allora – la domanda sorge spontanea – a cosa serve l’assessorato alla sicurezza? Se tutto quel che è riuscito a produrre è l’eliminazione di due panchine, davvero possiamo affermare che la montagna ha partorito il topolino».
«La verità è che il tema della sicurezza urbana è maledettamente complesso e mal si confà agli slogans demagogici. È richiesta una puntuale cooperazione tra più livelli di governo ed un approccio a trecentosessanta gradi che la destra mostra di non avere».
«Si fa sicurezza – senza dubbio – presidiando il territorio e reprimendo i reati, e questo è compito delle forze dell’ordine e dalla magistratura (non certo di improvvisati tutori dell’ordine).
Ma si fa sicurezza anche, e forse soprattutto, creando le condizioni per la vita buona di una comunità, e questo è compito precipuo della politica».
«Per questo hanno a che fare con la sicurezza la formazione e la scuola, le politiche urbanistiche, le politiche fiscali volte a sostenere gli esercizi commerciali che presidiano naturalmente i luoghi e li rendono vivibili, le politiche finalizzate a rilanciare economia e lavoro, gli investimenti nel sociale che favoriscono l’integrazione».
Ecco perché promuoviamo la sicurezza quando riqualifichiamo un’area urbana degradata, quando costruiamo un parco od un palazzetto dello sport, quando si investe in formazione, quando destiniamo fondi ad un teatro, quando si creano posti di lavoro, quando in famiglia e nella scuola si educano i figli al valore della legalità, quando investiamo per contrastare le marginalità».
«La necessità di un approccio complessivo, che coniughi rigore, legalità ed inclusione sociale sono alla base del D.L. Minniti entrato in vigore nel febbraio scorso. Lo spirito di quel decreto è riassunto nell’idea secondo cui perché una piazza sia sicura la notte, è certo necessario che sia presidiata da una macchina della polizia, ma anche che quella piazza sia illuminata e resa agibile da politiche sociali di inclusione, oltre che di decoro urbano».
«Perché l’insicurezza non deriva dall’immigrazione, ma dalla mancata integrazione. Il decreto, in un approccio complessivo del problema, offre anche strumenti più efficaci ai sindaci per intervenire nelle situazioni di degrado urbano che stanno preoccupando in queste settimane molti concittadini.
Abbiamo bisogno che il sindaco di Grosseto, messi da parte gli alibi, ne sappia valorizzare le opportunità e le possibilità che offre».
«A tale riguardo, il consiglio comunale aperto che egli ha annunciato sul tema, non dovrà servire per esercitarsi nella diffusa pratica dello scaricabarile; dopo mesi di promesse clamorosamente disattese, l’amministrazione non sarebbe credibile. Occorre però che finiscano le esternazioni demagogiche e gli inviti alla giustizia fai da te, del tutto inutili se non ad esasperare gli animi.
Di questi non abbiamo bisogno. E prima essi finiranno, prima potremo metterci a lavoro tutti insieme per una città più solidale, più coesa e quindi più sicura. Perché la sicurezza di una città non ha colore politico e sta a cuore a tutti».