GROSSETO – «Assolutamente contrari». Così gli appartenenti a CasaPound parlano dell’arrivo di 35 migranti nel Parco della Maremma
«Chiunque sostenga l’immigrazione incontrollata è un nemico del popolo italiano, della sua cultura e del suo futuro – dichiarano il responsabile comunale di casaPound Grosseto Gino Tornusciolo ed il responsabile provinciale Stefano Rispi – ed è complice del declino sociale, politico ed economico di questo paese. Quella dell’accoglienza si è dimostrata ampiamente ed oggettivamente una politica fallimentare. Tuttavia, la speculazione sulla tratta dei migranti continua ad avere i suoi sostenitori, tra coloro i quali, più che ad una visione ampia e lungimirante, mirano essenzialmente al profitto immediato nei propri interessi personali. L’accoglienza ha sostituito di fatto il turismo, imprenditori incapaci di far fruttare le proprie strutture, preferiscono cedere alle lusinghe di certe cooperative senza scrupoli».
«I numeri ufficiali e le procedure descrivono perfettamente un disegno politico che prevede, nel giro di pochi anni, una sostituzione del popolo italiano. Sono centinaia di migliaia i migranti prelevati dalle coste del nord Africa. Non si incentivano le famiglie italiane a fare figli però si spendono milioni di euro per importare nuovi schiavi pronti a lavorare a basso costo – prosegue la nota -. Poco importa poi se il degrado e l’insicurezza prendono il sopravvento nelle periferie e nei centri storici delle città. O addirittura nei parchi naturali come quello regionale della Maremma».
«Nel caso specifico del parco, si tratta di un’area protetta di inestimabile bellezza naturalistica, simbolo della Maremma incontaminata, pura e semplice, un luogo dove gli sforzi della politica dovrebbero rilanciare un turismo sostenibile di qualità attraverso la tutela del territorio e delle sue numerose eccellenze. La scelta di ospitare migranti in un posto come questo – concludono i responsabili di CasaPound Grosseto – si teme possa rivelarsi un ostacolo a chi vorrà frequentare le spiagge nei pressi della struttura, con conseguenze negative anche per l’economia di quella parte di costa».