GROSSETO – Giovanni Caso è il coordinatore dell’area centro (quella che comprende Grosseto) di Confesercenti. La nomina è stata fatta domenica mattina al termine della terza assemblea pubblica dell’associazione di categoria che riunisce i commerciantiNella foto allegata, da sin: Giovanni Caso, Nico Gronchi, Pierferruccio Lucheroni, Enrico Luca Valocchia e Mariella Dondolini responsabili Amiata e Gloria Faragli .
Si tratta dell’ultima assemblea prima del congresso del 3 aprile che porterà alla nomina del nuovo presidente provinciale, assemblea che vedrà la presenza del vice ministro all’Economia Enrico Morando.
L’incontro è stato anche l’occasione per fare il punto su una serie di tematiche che interessano il capoluogo. A partire dal Centro di documentazione degli Etruschi che, come sottolinea il direttore di Confesercenti Gloria Faragli «avremmo voluto veder realizzato, per integrare i diversi prodotti turistici, con quello prevalente legato al mare». O anche le Mura Medicee, «monumento da preservare, ma le scelte vanno condivise, compresa quella di usare la tassa di soggiorno per illuminarle».
Poi Faragli ha affrontato il tema dei centri commerciali e dell’Ipercoop Maremà «Già in sede di conferenza dei servizi abbiamo espresso a suo tempo la nostra contrarietà. Chiediamo al Comune oggi di verificare se vi sono i presupposti perché gli oneri di urbanizzazione dell’area vengano investiti per i Centri commerciali naturali, così come prevede la legge regionale 65 che stabilisce, appunto, che il 10% degli oneri di urbanizzazione della grande distribuzione vadano a sostegno del commercio di vicinato».
E sul tema della grande distribuzione è intervenuto anche Nico Gronchi presidente regionale di Confesercenti toscana: «Servono scelte condivise. Non si può pensare che un grande centro commerciale, come quello di Grosseto, interessi solo la città: è ovvio che il suo impatto sull’economia è molto più ampio. Questa realtà sta drenando risorse dall’economia del territorio portando con sé fenomeni di desertificazione della città e del suo centro storico. Sta modificando il modo di vivere la città, con il progressivo spostamento verso i centri commerciali, anche dalle periferie e dai centri più piccoli: e questo sta cambiando il tessuto economico».
Gronchi chiede che la Regione intervenga e normi la materia «garantendo un minor impatto sui centri storici, ma anche dando ai Ccn gli strumenti per gestire questo impatto. Anche il mito dei posti di lavoro è, in realtà, solo un mito. Gli studi negli anni hanno dimostrato che ad un posto di lavoro guadagnato in un centro commerciale, ne corrisponde 1,4 perduto tra i piccoli commercianti. Questo percorso lo abbiamo già vissuto altrove, Grosseto arriva alla fine, e sappiamo già quali saranno i problemi da gestire».
Per quanto riguarda i Ccn, Confesercenti, con il suo direttore, chiede di superare «gli interventi spot, più utili a creare visibilità ai soggetti attuatori che a fornire risposte concrete e organiche al commercio di vicinato: servono scelte adeguate, innovazione, e unità di intenti».
Sul tema dello spostamento del mercato settimanale è invece intervenuto l’assessore del Comune di Grosseto Riccardo Ginanneschi «Non è nelle nostre intenzioni spostarlo, perché non ci sarebbero vantaggi né per gli operatori del mercato né per i commercianti del centro. Tra l’altro si decongestionerebbe via Ximenees congestionando altre zone della città. Stiamo tra l’altro procedendo con l’assegnazione delle concessioni, per cui ci sarebbero delle difficoltà oggettive a spostare il mercato».
All’assemblea è intervenuto anche Amando Abbate, responsabile per l’area territoriale di Grosseto di Banca Tema che ha affrontato il tema del credito alle imprese e alle famiglie.