GROSSETO – Sogliola o platessa? Merluzzo o pangasio? Pesce spada o squalo? Impossibile riconoscerli quando i pesci arrivano sul bancone già puliti e sfilettati. La loro qualità, tuttavia, è molto differente e, di conseguenza, anche il loro costo. Nel comparto ittico del settore agroalimentare questo tipo di frodi sembra essere sempre più comune e c’è chi prova l’imbroglio, sostituendo il pesce più pregiato con quello più economico.
Per smascherare questo tipo di illeciti l’Università di Siena e il Polo Liceale “Aldi” di Grosseto hanno recentemente attivato il Progetto: “Investigatori dell’Agroalimentare: la biologia molecolare come strumento d’indagine nel settore ittico”.
Il progetto, organizzato dalla referente PLS del Polo Liceale, Cinzia Maria Ceccherini, grazie alla convenzione stipulata lo scorso anno tra il dirigente scolastico Roberto Mugnai e Daniela Marchini, dell’Ateneo senese, ha permesso di allestire a scuola un vero e proprio laboratorio d’analisi dove i ragazzi possano immedesimarsi nel ruolo del ricercatore, apprendendo le più moderne metodologie di analisi molecolare per la repressione delle frodi nel settore ittico e traendo così spunti fondamentali per il loro futuro scolastico e lavorativo.
“Il DNA, è la molecola comune a tutti gli organismi viventi che racchiude le informazioni genetiche di ogni individuo”, spiega Giacomo Spinsanti, docente dell’Università di Siena, che svolge le lezioni teoriche e pratiche dei corsi. “In questo caso, può essere individuato nel prodotto finito, per risalire con certezza assoluta alle materie prime utilizzate, certificando la presenza di una specie piuttosto che di un’altra”. Durante il corso i ragazzi partono dall’estrazione del DNA da campioni di pesce e, mediante il sequenziamento di un particolare gene, riescono a risalire alla specie di appartenenza dell’esemplare, verificando la correttezza delle informazioni fornite nell’etichetta al consumatore.
Gli studenti coinvolti, oltre a quelli del Polo Liceale “Aldi” di Grosseto, provengono dal Liceo “G. Chelli” e dall’ISIS “Leopoldo II° di Lorena”, grazie alla collaborazione dei rispettivi dirigenti scolastici e delle docenti Alice Severi e Laura Bugelli.
“L’Università di Siena” continua Spinsanti “ha fortemente a cuore le tematiche relative al settore della certificazione della qualità alimentare e si sta dedicando con grande interesse allo sviluppo di metodiche analitiche per il controllo delle frodi che riguardano sempre più frequentemente i prodotti più apprezzati del nostro territorio: carne, pesce, vino e olio”. “È nostro interesse consolidare la presenza dell’Università nella Provincia di Grosseto, uno dei bacini di utenza prioritari dell’Ateneo che ha, tra l’altro, una spiccata vocazione agroalimentare”.