MAIANO LAVACCHIO – La Maremma non dimentica. Non dimentica le stragi fasciste che più di settanta anni fa provocarono dolore e morte anche nella nostra terra. E tra queste quella di Maiano Lavacchio è stata una delle più tragiche e violente. Nell’eccidio del 22 marzo del 1944 furono trucidati undici giovani innocenti, passati alla storia come martiri d’Istia.
I loro nomi, Emanuele e Corrado Matteini, Mario Becucci, Silvano Guidoni, Rino Ciattini, Alfonso Pssannanti, Antonio Brancati, Alfiero Grazi, Alcide Mignarri, Attilio Sforzi e Alvaro Minucci, sono scolpiti nelle lapidi della piccola chiesina di Maiano Lavacchio dove questa mattina è iniziata la cerimonia della commemorazione (Qui il link della lettera l’ultima lettera di Antonio Brancati ai genitori: http://www.ultimelettere.it/?page_id=52&ricerca=129&doc=891).
E a rappresentare le istituzioni del territorio c’erano i sindaci di Grosseto e Magliano in Toscana, Antonfrancesco Vivarelli Colonna e Diego Cinelli, il vicesindaco di Cinigiano, Francesca Bianchi, ma anche il presidente dell’Anpi di Grosseto Giuseppe Corlito, il prefetto di Grosseto Cnzia Torraco, il questore Domenico Ponziani e il comandante provinciale dei Carabinieri Vincenzo Tedeschi. Tante anche le bandiere della Cgil, presente con una folta rappresentanza e poi i ragazzi delle scuole: dagli studenti del liceo musicale di Grosseto ai bambini delle primarie di Istia d’Ombrone.
«Oggi – ha detto il sindaco Vivarelli Colonna – ho scelto di essere qui per ricordare quello strazio abominevole, ma ho scelto anche di essere presente per guardare oltre per ribadire la mia convinzione contro qualsiasi stortura ideologica, verso qualunque populismo fine a se stesso verso qualunque idea che sia fonte, causa e effetto di violenza, bassezza morale e morte».
E durante la cerimonia è intervenuto anche anche il presidente dell’Anpi di Grosseto Giuseppe Corlito: «Attenzione, perché anche in Maremma esiste pericolo neofascita. Occorre vigilare. Ricordiamo che la nostra Costituzione è democratica e antifascista». Corlito ha poi lanciato un appello ai due sindaci: «dedicate almeno una parte della scuola alla costruzione di un memoriale della resistenza della provincia di Grosseto».