GROSSETO – «La rimozione delle panchine dalla zona di porta Corsica, una degli accessi più nobili alla città murata, è una delle tante azioni anti-degrado che abbiamo messo in campo. Ripeto: è una. E non ci fermeremo qui. Qualcuno, in passato, ha tentato la stessa operazione spacciandolo come una semplice manutenzione: ma noi abbiamo il coraggio delle nostre azioni». Così Antonfrancesco Vivarelli Colonna rivendica la scelta della sua amministrazione di rimuovere le panchine nell’area tra via Ximenes e Porta Corsica.
«Il nostro impegno per restituire bellezza e benessere è reale: stiamo sperimentando nuove azioni che permettano ai grossetani e ai turisti di vivere in sicurezza e gioia la nostra città. Assicuriamo che dietro ogni scelta c’è la ponderazione, la condivisione ed il confronto con le Autorità che si occupano di sicurezza. Personalmente, trovo singolare che si urli allo scandalo per la rimozione di due panchine e non sul fatto che fino ad oggi fossero il letto poco decoroso di drogati e ubriachi. E farò di più: darò ordine di irrigare costantemente il prato limitrofo affinché non diventi spiaggia per altri sportivi del bivacco».
«Sono un sindaco anti-bivacco. E ne sono fiero. Così come sono fiero di aver abbassato la Tari fino all’11 per cento o di portare a Grosseto 15 milioni di euro con il bando periferie. Per quel che riguarda il decoro e la sicurezza, dall’inizio dell’anno abbiamo messo in campo una serie di controlli a tappeto, tra azioni anti-abusivismo, anti-degrado, di controllo e di sicurezza stradale, con l’impiego di uomini e di mezzi anche sofisticati, come il nostro ultimo strumento di video lettura delle targhe della macchine. Una vasta e capillare opera su tutto il territorio, 24 ore su 24, con sanzioni contro l’abbandono dei rifiuti, la mancata raccolta delle deiezioni animali o delle sigarette. Per non parlare del sistema di video sorveglianza innovativo che abbiamo voluto: è di stamani, ad esempio, la notizia dell’istallazione di 3 nuove telecamere ad Alberese».
«Noi prendiamo decisioni. Si può essere favorevoli o meno, ovviamente, ma abbiamo l’ambizione di creare una cultura di governo del fare e del fare bene. Alle polemiche sterili e pretestuose, personalmente, mi piace rispondere con battute ironiche con cui amo affollare la mia bacheca Facebook. Per il resto, continuiamo a lavorare. Lavorare. Lavorare».