PARIGI – Paola Musolesi di Follonica, negli anni 80 attraversa da sola la Francia in macchina per lavorare e vivere a Parigi.
Perché hai scelto di partire?
Sono venuta per la prima volta a Parigi come ragazza alla pari nel 1987, mentre lavoravo feci domanda in varie compagnie aeree, venni assunta dalla Alisarda e mi trasferii in Sardegna. Lavoravo come assistente del direttore generale, ma in Sardegna negli anni 80 c’era poco per una ragazza di 22 anni che aveva appena scoperto Parigi, quindi dopo un anno feci di nuovo domanda per tornare in Francia e il primo giugno dell’88 sono di nuovo tornata nella grande città.
E’ stato semplice trasferirsi?
Arrivare fu un’odissea. Dovevo traslocare tutte le mie cose e non potendolo fare in aereo decisi di andare in nave fino a Marsiglia e da lì con la mia 126 celeste arrivare a Parigi. Avevo pochissimo tempo prima di iniziare a lavorare dovevo arrivare il prima possibile, appena sbarcata dalla nave sono montata in macchina e non mi sono più fermata fino a Parigi. Mi sono fermata solo quando ho visto la torre Eiffel, a quel punto sapevo che ce l’avevo fatta.
Meglio da un punto di vista sociale?
Per fortuna parlavo già francese, questo mi ha aiutata molto, ma è stato comunque difficile all’inizio perché i francesi non sono particolarmente accoglienti prima di conoscerti bene. Poi una sera, mentre lavoravo in aeroporto ad Orly, stavo seguendo il rientro di un aereo per un problema tecnico e aspettavo un incaricato per sbloccare la pista.
Un ragazzo senza alcun tesserino né divisa si avvicinò per eseguire l’operazione ma non sapendo chi fosse lo fermai minacciando di chiamare la polizia. Il ragazzo mi calmò spiegandomi che in realtà era un agente della sicurezza israeliana in borghese ed era autorizzato ad aprire la pista. Grazie a quel buffo malinteso abbiamo fatto amicizia, da lì a poco ci siamo innamorati e la mia vita dal quel momento è cambiata.
Come?
Iniziammo a lavorare e viaggiare insieme e dato che Emil è israeliano, per due anni siamo andati in Israele tutti i weekend. Ho scoperto quel paese e il suo popolo meraviglioso che mi ha accolta dal primo momento. Vivendo tra la Francia e Israele siamo stati insieme 12 anni, trascorrendo ogni fine settimana in un posto diverso nel mondo. Io gli ho fatto scoprire la Maremma, che ha subito amato. Se non avessi incontrato lui probabilmente sarei tornata perché Parigi da sola è dura. È stata una storia bella e siamo ancora molto amici.
Poi cosa è successo?
Dopo un anno dalla separazione ho incontrato il mio attuale compagno e con lui ho scoperto ancora di più Parigi e la sua bellezza che rimane per me unica tra le tante città che ho visto nel mondo. Nel 2010 la compagnia per la quale lavoravo chiuse e mi proposero di tornare in Italia, dopo tanti anni in Francia però non me la sono sentita di stare lontana dalla famiglia che ho qua e ho scelto di lasciare la carriera in aeroporto.
In tutti questi anni hai mantenuto un legame con la Maremma?
Il legame è molto forte, adoro la Maremma torno tutti i mesi. Qualche anno fa infatti ho acquistato un terreno a Buriano, desideravo creare un posto mio nella terra che amo tanto e dove sono le mie radici. Negli anni insieme alla mia famiglia lo abbiamo sistemato e piano piano è diventato un piccolo paradiso. E’ il luogo dove mi rigenero e mi sento a casa non posso starne lontana per troppo tempo.