GROSSETO – Nella mattinata del 10 marzo, l’Ugl Polizia di Stato scenderà in tutte le piazze d’Italia, davanti a questure e uffici di polizia ed a Roma, con la presenza del segretario generale Valter Mazzetti, anche davanti al Ministero dell’Interno dove distribuirà un volantino illustrativo, sia per manifestare il proprio dissenso nei confronti di «un riordino delle carriere – quello appena licenziato dalla Presidenza del Consiglio e trasmesso alle competenti commissioni parlamentari e al Consiglio di Stato per il prescritto parere – che umilia ancora una volta la dignità professionale delle donne e degli uomini in divisa, sia per sensibilizzare la stessa Amministrazione sulle tante criticità e incongruenze che questo progetto, purtroppo, annovera e che si ripercuoteranno ancor più negativamente sullo spirito motivazionale del personale, proprio in un momento storico in cui, al contrario, servirebbero maggiori attenzioni per l’elevato spirito di sacrificio che a questo si richiede». Afferma Enzo Mantovani della segreteria provinciale dell’Ugl.
«Le risorse economiche – prosegue l’Ugl – sono state stanziate e stavolta non ci sono più alibi per l’amministrazione. Ed è per questo che abbiamo voluto intitolare la mobilitazione del 10 marzo – che sarà solo la prima di una serie di proteste – “Vittime di fuoco amico”. Riteniamo che le basi su cui si fonda questo riordino, almeno per la Polizia di Stato, sono solo il frutto di convincimenti ideologici e culturali di un’amministrazione fuori dal tempo e lontana dai veri bisogni del proprio personale incapace di cogliere i tanti e forti segnali di malessere lanciatigli dai propri dipendenti».
«Dopo anni di colpevole inerzia e decadenza l’amministrazione ha, oggi, la possibilità di cogliere una grande opportunità che da tempo il personale aspetta. Il riordino delle carriere, per definizione, dovrebbe riordinare, riorganizzare i ruoli secondo i più moderni principi di efficienza e restituire maggiore dignità professionale al personale – continua Mantovani -. Per il raggiungimento di questo risultato nella legge delega si parla di apertura delle carriere e, tenuto conto del ritardo nei concorsi che ha paralizzato le aspettative di carriera della base – causando una grave carenza nei ruoli e l’invecchiamento eccessivamente elevato del personale sulle qualifiche apicali – è più che evidente che il riordino avrebbe dovuto, prima di tutto, porre rimedio a tali situazioni, sanando le tante mancate perdite di chance subite ingiustamente in tutti questi anni dai dipendenti e consentendo anche un riallineamento con i ruoli e le qualifiche delle altre Forze di polizia coinvolte».
«Pertanto, nella ferma convinzione che un altro riordino è possibile, sia sul versante economico della stabilizzazione degli 80,00 euro – che non avremmo mai voluto vedere riversati sul riordino, intuendo che si sarebbero trasformati in una sostanziale perdita del potere d’acquisto – sia sul versante amministrativo dei diversi percorsi di carriera e di ristoro per i tanti torti subiti dal personale, fino all’ultimo non lasceremo intentata alcuna strada, fosse anche la più impervia, per cercare di migliorare questo progetto di riordino che riteniamo solo un punto di partenza e non certo di arrivo – conclude -. Ci faremo ascoltare dalle deputate Commissioni parlamentari, chiamate ad esprimere il proprio parere, nonché da tutti i gruppi parlamentari che sensibilizzeremo al riguardo».