GROSSETO – Il sindaco Vivarelli Colonna spende 800 mila euro in un non progetto. Questo il giudizio del Movimento 5 Selle sulla decisine di demolire il vecchio fabbricato delle terme di Roselle, ecomostro incompiuto del territotorio, con le risorse derivanti dal bando per le periferie.
«È vivo da qualche anno in Europa – scrivono in una nota i pentastellati – un costruttivo e serrato dibattito sul concetto di rigenerazione urbana, ovvero quell’insieme di interventi coordinati, mirati al miglioramento dell’ambiente urbano attraverso la rigenerazione di tutte le aree dismesse mediante operazioni di riqualificazione e risanamento del patrimonio edilizio degradato. Gli interventi di Rigenerazione sono considerati ad oggi come scelte tra le più intelligenti, ecosostenibili ed economicamente sane, che una Amministrazione consapevole possa perseguire durante il suo mandato».
«Questa premessa doverosa, ci porta nuovamente a fare delle considerazioni negative sulla visione di città proposta del team Vivarelli, piuttosto carente sui temi legati alle politiche urbane innovative ed ai nuovi modelli di sviluppo sociale ed economico. Sottolineiamo inevitabilmente l’incapacità di introdurre nuovi elementi per comprendere e ripensare la città di Grosseto, da parte di questa Amministrazione. Con il “non progetto” per le Terme di Roselle vogliamo ribadire con forza ciò che abbiamo sopra esposto».
« Non solo, riteniamo che il Comune ad oggi abbia decisamente perso una grande occasione in quanto, l’aver partecipato ad un Bando per le periferie degradate, “all’ultimo minuto” (che, fortunatamente per noi, ha visto approvare e finanziare tutte le proposte italiane concorrenti) mettendo assieme progetti certamente già disponibili e spendibili in quanto riposti nel cassetto dalla precedente Amministrazione (ponte sull’Ombrone e piste ciclabili), decide di investire 800mila euro in un “non progetto” di demolizione di un fabbricato, a priori e senza valutarne criticità e nuove opportunità».
«Si prediligono nuovamente finalità legate a dinamiche economiche lineari, invece di provare a ri-pensare, ri-usare e ri-attivare possibilità secondo principi innovativi legati ad economie circolari e verdi. Il sovradimensionato progetto termale, ricordiamolo, ha origine nel sito del vecchio impianto termale di epoca romana durante il secondo mandato Antichi. La costruzione inizia nel 2000. Sono previsti 20mila mq edificati di dubbia qualità estetica e scarsa sensibilità paesaggistico/ambientale. Nel 2004 la realizzazione del complesso si ferma a causa di un difetto di notifica dell’allora variante urbanistica».
«Ciò che rimane ad oggi è un fabbricato incompiuto e oggettivamente criticabile; impattante e fastidioso sia per gli abitanti di Roselle che per i cittadini del Comune di Grosseto. Fabbricato che, nonostante tutto, è stato realizzato mediante un dispendio di risorse economiche ma soprattutto naturali di non poca importanza. La sua demolizione sarà quindi causa di un nuovo gravoso carico per l’ambiente. Questo fabbricato è figlio di un percorso che vede protagonista un dispendioso consumo di risorse economiche ma soprattutto naturali. Partendo quindi dal carico ambientale e dall’analisi del ciclo di vita di questo edificio, siamo fortemente convinti che, un progetto di restyling attraverso la formula del concorso internazionale di idee, poteva (possa?) rappresentare una importante occasione di rilancio sociale ed economico del territorio attraverso una intelligente forma di recupero sostenibile dei luoghi: un “Rifiuto” che diventa “Risorsa”!».