FIRENZE – “Ancora attacchi pesanti a mezzo stampa ai lavoratori di Sei Toscana. Le amministrazioni che rientrano nell’area Vasta Sud Toscana in tutta evidenza non hanno niente di meglio da fare. E’ il caso di ricordargli che un servizio effettuato bene e lavoratori che svolgono serenamente il proprio lavoro è prima di tutto un nostro obiettivo. Informiamo chi non lo sapesse, o chi fosse troppo preso da protagonismo, che i dipendenti, ogni giorno, al loro rientro, riempiono dei moduli dove scrivono i servizi svolti ed, eventualmente, quegli non svolti e le motivazioni, quindi tutti i dati sul servizio sono facilmente riscontrabili”.
Lo si legge in una nota congiunta di Fp Cgil Toscana e Fit Cisl Toscana.
“Rispetto alla riunione del 1° marzo – proseguono le organizzazioni sindacali – svolta nella sede aziendale, come tutti gli incontri con i sindacati, per cui né porte chiuse, né porte aperte, la rsunel suo insieme, e le Organizzazioni Territoriali presenti, Fp Cgil– Fit Cisl – Uilt – Fiadel, hanno chiesto, unitariamente, la bozza di accordo sul gps, per poterla visionare e discutere prima di decidere se firmare o meno.
Abbiamo siglato mesi fa l’Accordo sulla video-sorveglianza, nel frattempo le leggi sono cambiate e con l’avvento del job-act, il gps può essere installato senza bisogno di consenso da parte del sindacato, è chiaro ed evidente che non può diventare strumento di controllo dei dipendenti ai fini disciplinari”.
“Quello che però vogliamo ribadire è che le amministrazioni, possono rivedere, modificare, migliorare il Contratto di Servizio con Sei Toscana senza bisogno di fare, ogni giorno, dichiarazioni sui giornali a discapito dei dipendenti dell’Azienda.
Sappiamo che discutere nelle sedi opportune dà meno visibilità, ma magari si riesce a capire dove devono essere apportati miglioramenti, dove e se ci sono stati investimenti che possono migliorare il servizio e il modo di operare dei dipendenti che, casomai fosse sfuggito, sono anche cittadini che risiedono e pagano le tasse nelle città in cui operano.
Non è più tollerabile che, per fini politici e promesse elettorali, chi deve amministrare il territorio non trovi di meglio che rilasciare dichiarazioni pubbliche colpendo sempre i lavoratori, seguendogli, fotografandogli e facendogli lavorare in un clima di terrore che non è più accettabile”.
“E per finire – conclude la nota – è bene chiarire che quando un assessore parla di Ato, parla in realtà di sé stesso e che quando si parla dei rapporti tra gestore e Comune facciano pure a scontrarsi a condizione però che tengano fuori da questa brutta vicenda i lavoratori”.