GAVORRANO – Il sindaco di Gavorrano non ci sta. Dopo le critiche arrivate dall’opposizione per la vicenda della filiale Monte dei Paschi, Elisabetta Iacomelli risponde alla minoranza.
«Avevo deciso di non addentrarmi nelle sterili polemiche sollevate dagli ignavi consiglieri di opposizione, le loro vacue dissertazioni susciterebbero ilarità se non fossero temi importanti per un’intera comunità».
«Sarebbe semplice sottoporre ai tristi consiglieri elementi di assoluta evidenza e ricondurli a riflettere sui percorsi dei loro referenti e familiari, ma mi astengo da tutto questo perché non è di alcun interesse per la comunità che amministro e alla quale ho restituito la stabilità politica ed amministrativa di cui aveva necessità per ripartire. Il compito che mi è stato assegnato è quello di dedicare ogni energia alla soluzione di problemi, non certo di controbattere alla demagogia di un’opposizione priva di contenuti».
«Se una colpa mi si può attribuire, è stata quella -che mai ho negato- di sostenere e far emergere nel lontano 2011 una parte politica assolutamente inadeguata, e a questo errore ho cercato di rimediare mettendomi a totale servizio della comunità, ricostruendo laddove era stato distrutto. L’instabilità delle legislature precedenti che l’opposizione ha malaguratamente cercato di riproporre causando l’ulteriore commissariamento del 2013, ha portato conseguenze cui ancor oggi stiamo cercando di riparare. Sono lusingata del ruolo che ancora una volta mi attribuite, di assoluta protagonista della vita politica ed amministrativa del paese, nonché di indiscussa regista della politica economica nazionale.
Così come ha lottato per l’apertura degli uffici postali, ponendo in essere una strategia risultata vincente, mi sono adoperata e mi impegnerò con la stessa competenza per tutte le situazioni in essere».
«Sarebbe importante che almeno a fine legislatura, partecipaste ai consigli comunali dove in questi anni avete brillato per la vostra assenza, è quello il luogo principe del confronto e del dibattito politico. Dante ha rilegato gli ignavi a correre in eterno dietro un vessillo senza mai raggiungerlo, Impegnatevi con serietà ad acquisire quelle cognizioni minime di vita amministrativa per smettere di correre e per il bene vero della comunità».