GROSSETO – La decisione del Consiglio regionale toscano, che ha approvato la proposta di legge sul controllo degli impianti termici con una deroga per consentire all’amministrazione comunale grossetana di avere competenza sul controllo sulle caldaie per tutto il 2017, è anche una vittoria di Confartigianato. L’associazione di categoria, infatti, si era mobilitata contro la prima decisione in materia che prevedeva, in un’ottica di area vasta, di affidare a un soggetto senese i controlli degli impianti termici nei 28 Comuni grossetani.
«C’è grande soddisfazione – dice il presidente di Confartigianato Imprese Grosseto, Giovanni Lamioni – per questo risultato, seppur parziale, perché gridava vendetta il fatto che fosse stato solo Grosseto ad aver perso la revisione. Evidentemente il nostro grido di condanna e la nostra preoccupazione non erano tanto campate in aria se, anche in seguito alla forte presa di posizione da parte del Comune di Grosseto, la Regione ha preso un provvedimento straordinario per sanare questa posizione. Se la nostra protesta non avesse avuto senso, nessuno sarebbe tornato indietro. Eppure anch’io sono stato attaccato per aver denunciato un’ingiustizia assoluta: era necessario mettere una pezza a una situazione assurda». Ma non basta, perché il provvedimento vale solo per il 2017.
«C’è da lavorare anche per il futuro – aggiunge Giovanni Lamioni – perché sarebbe un errore se dal 2018 si tornasse a insistere con la vecchia logica. E parlo di errore non in termini di legittimità, perché è evidente che c’è una legge regionale in tal senso. Così come la visione del governatore Enrico Rossi è del tutto legittima ma sbagliata quando punta sui gestori unici e sugli accentramenti regionali dei gestori di servizi. Una visione miope che non porta risultati. Lo dicono i dati: basti pensare ai rifiuti, all’acqua, ai trasporti. Venivano giustificati per raggiungere presunte economie di scala, ma il risultato il più delle volte è stato quello di far nascere abnormi carrozzoni con scarsa vicinanza ai territori. E i risparmi non ci sono. E poi, parlare di economie di scala per la manutenzione delle caldaie è oggettivamente ridicolo: che non si possa ricorrere alle imprese locali, poi, è fuori dal mondo».