GROSSETO – “Acque agitate – afferma Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto – in molte marinerie toscane ed anche maremmane dedite alla pesca per i timori delle sanzioni, che nascono dall’applicazione dell’art.39 della recente Legge sulla Pesca la 154/2016, in particolare per quanto riguarda le penali relative allo sbarco e messa in commercio del pescato sotto-taglia minima”.
Coldiretti Impresa Pesca Grosseto sottolinea poi l’importanza di procedere alle necessarie modifiche sulla base del monitoraggio avviato sui problemi che possono nascere dall’applicazione della nuova struttura normativa con la disponibilità dei tavolo istituzionali avviati la Direzione Generale della pesca e acquacoltura del Ministero delle Politiche Agricole ad accogliere le richieste relative ai correttivi.
“Si tratta – continua Renna– di un punto critico del disposto normativo, con i piccoli quantitativi che possono diventare, con l’accumularsi dei conferimenti ed acquisti, quantità rilevamenti ed aggravare di conseguenza le sanzioni, tanto da spingere le produzioni locali fuori dai listini delle commercio in particolare quello gestito dalla Grande distribuzione Organizzata”.
Se sono dunque attesi correttivi di tipo interpretativo serve un impegno del Parlamento per procedere ad una revisione della norma.
Una necessità per non compromettere il valore del provvedimento che nel suo complesso per certi versi viene incontro alle richieste manifestate dalle marinerie italiane in particolare per quanto riguarda l’aumento delle sanzioni nei confronti della pesca di frodo messa in atto da pescatori non professionali.
“Importante – continua Coldiretti Impresa Pesca Grosseto – anche l’eliminazione di sanzioni nel caso in cui in fase di controllo ed ispezione a bordo di barche da pesca professionale fosse rilevata la presenza di pescato sotto-taglia minima per le specie tutte le specie diverse dal tonno e pesce-spada anche se resta il divieto di sbarco.
Apprezzabile è stato anche lo sforzo per reprimere le violazioni in materia di etichettatura dei prodotti ittici previsto nella norma. Oltre alla legge restano però irrisolti altri problemi come il pagamento del fermo biologico 2015 e 2016, uno snellimento degli adempimenti relativi alle licenze di pesca con auspicata semplificazione, una diversa gestione delle politiche relative al mercato ed alle Organizzazioni Produttori nel contesto della nuova P.C.P., e da ultimo, sul lato Regioni, il grave ritardo dell’attuazione del Feamp, con la prossima scadenza del 2018 entro la quale dovrebbero essere spese oltre il 60% delle disponibilità finanziarie dell’intero periodo”.