GROSSETO – «Le incredibili difformità procedurali che hanno caratterizzato in questi anni, e caratterizzano tutt’ora, l’iter dell’Autostrada Tirrenica, ci impongono di rivolgerci alla Corte dei Conti e all’ANAC al fine di chiarire se, come noi crediamo, ci siano violazioni su un progetto tra l’altro inutile, dannoso, fuori dal tempo e che il territorio ha in più occasioni dimostrato di rifiutare». Questo il motivo dell’esposto presentato dai senatori di Sinistra Italiana Loredana De Petris, Alessia Petraglia e Massimo Cervellini.
«In Aula e nella Commissione Lavori pubblici del Senato, come in ogni altro livello istituzionale dove siamo presenti a partire dal Parlamento europeo – dichiarano i senatori firmatari – abbiamo da tempo attivato tutte le azioni istituzionali possibili per avere chiarimenti sul progetto dell’Autostrada e sulle devastanti conseguenze che avrà sul territorio. Non solo la difformità tra il Progetto preliminare ed il definitivo travisa i principi cardine della normativa sulle infrastrutture strategiche, né tiene conto del parere degli enti locali interessati, ma presenta anche incoerenza in merito alle convenzioni Anas-Sat stipulate ed alla concessione, visto che l’Italia, proprio a causa della Tirrenica, è sotto procedura di infrazione da parte della Commissione europea».
«È totalmente incomprensibile come alla soglia del 2020 si debba assistere a proroghe ultradecennali di concessioni autostradali senza evidenza pubblica, al regalo ad un privato di un’infrastruttura pubblica come la SS Aurelia realizzata e mantenuta dai cittadini, al fatto che un progetto che costava 4 miliardi di euro e che doveva unire Livorno a Civitavecchia adesso costa meno della metà e non andrà oltre Grosseto, penalizzando le comunità della Maremma del sud».
«La distrazione da parte della politica e il muro di gomma da parte del Governo con l’ostinata e cieca volontà di persistere, come abbiamo ribadito durante le tante manifestazioni di protesta degli ultimi anni al fianco dei territori, in un progetto che determinerebbe gravi problemi urbanistico-territoriali, economico-sociali e paesistico-ambientali, oltre a prevedere l’obbligo del pedaggio, ci ha costretti a rivolgerci ad un soggetto super partes come la Corte dei Conti, e per conoscenza all’ANAC, a cui più volte in questi anni abbiamo chiesto di interessarsi della vicenda. Ad entrambi chiediamo il controllo sul rispetto delle regole, sulla trasparenza nella gestione delle risorse, eventuale individuazione di responsabilità ed applicazione delle sanzioni.»
«Partendo da queste premesse, lanciamo l’ennesimo appello, e lo faremo partecipando anche alla manifestazione del 26 febbraio ad Orbetello – l’ultimo appello – a tutti i soggetti istituzionali, industriali, sociali interessati e a tutte le forze politiche, a chiedere che venga tolta la concessione a SAT. Non vorremmo mai più profetizzare eventi, già verificatisi in passato, come mancati investimenti da parte di Anas con l’obiettivo di finanziare autostrade private».
«Infine ci rivolgiamo al presidente del Consiglio e al ministro dei Trasporti affinché il Governo desista una volta per tutte dalla realizzazione di un’opera fuori tempo, non utile ai territori, né al Paese, non sostenibile economicamente e pericolosa per l’intero contesto territoriale: in una parola, deleteria per la collettività. Il Governo rinunci all’opera e definisca invece un piano globale di interventi di messa in sicurezza dell’Aurelia e di potenziamento del trasporto su ferro».