GROSSETO – Antonfrancesco Vivarelli Colonna lancia il suo manifesto per difendere la Provincia. Da neo presidente di Palazzo Aldobrandeschi il sindaco di Grosseto è pronto a sfidare Governo e Regione per difendere la vecchia Provincia. Ma soprattutto per riconquistare un minimo di autonomia nelle decisioni e nella disponibilità di risorse. Insomma una Provincia senza soldi non funziona.
«Io credo nella Provincia. Credo nel suo ruolo di coordinamento sovra-comunale. Credo nella sua funzione di raccordo tra i territori e la Regione. È per questo che sono convinto che la Provincia debba tornare ad essere un soggetto efficace e di valore. Perché è l’unico Ente di area vasta che ci interessa far funzionare.»
«Semplificazione e risparmio sono state le bandiere che molti partiti nazionali hanno sventolato per sostenere l’abolizione della Provincia, capro più facilmente sacrificabile degli sprechi regionali e ministeriali. A due anni da quella decisione, più che risparmi quello che salta all’occhio è la totale mancanza di indirizzo e programmazione di un delicato passaggio di riordino amministrativo. A pagarne il prezzo sono stati dipendenti e servizi.»
«Singolare, in particolare, quello che è successo in Toscana, dove la Delrio è stata applicata in maniera vorace. La Regione ha infatti avvocato a sé tutte le funzioni delle Province, salvo poi elaborare un complicato quanto dispendioso sistema di avvalimenti per il quale gli Enti continuano a svolgere compiti per deleghe che non hanno più, senza risorse economiche».
«La scelta che è stata effettuata dai cittadini con il no al referendum di dicembre comporta necessariamente una riconsiderazione delle competenze, ma sopratutto della assegnazione delle risorse economiche a un ente a cui va restituita dignità: quella dignità che meritano le tante strade sotto la gestione della Provincia, i plessi scolastici, la gestione della rete dei dati informatici. Ma sopratutto quella dignità e funzionalità che merita l’Ente, punto di incontro e confronto primario tra le tante differenti realtà territoriali».
«Si apre, oggi, una nuova era per le Province: non è possibile ritornare alla status quo ante, ma di sicuro è necessaria una nuova architettura amministrativa. È necessario, ad esempio, che la Regione Toscana, al più presto, definisca quali solo le funzione delegate che la Provincia deve avere. E, ancora più fondamentale, che tornino le risorse che le sono state sottratte: sono indignato per il prelievo forzoso compiuto dal Governo nella casse dell’Ente di oltre 60 milioni di euro soltanto negli ultimi due anni. Il risultato è un avanzo di amministrazione enorme, generato per pagare l’usuraio statale, e una razionalizzazione della spesa che è in realtà una drastica diminuzione degli investimenti».
«Vi racconto il caso Maremma e Amiata: il nostro territorio, esteso e a bassa densità di popolazione, è apparso finora in balia degli eventi: i comuni minori risentono pesantemente dell’assenza di una organizzazione e gestione armonica dei servizi di natura sovracomunale. Da Presidente della Provincia mi impegno per essere interlocutore privilegiato della Regione e dello Stato affinché in tempi rapidi si trovino le risorse sufficienti per ripristinare servizi essenziali alla comunità».
«Ma non solo: questa è l’occasione per i Comuni della Provincia di ripensare ai loro rapporti e a nuovi sistemi di organizzazione dei servizi per zone omogenee. Solo così sarà possibile offrire ai propri cittadini una qualità diffusa. Ripartiamo da qui per rifondare una Provincia nuova. Che funzioni e dia sviluppo».
«Viabilità, manutenzione scolastica, incubatori d’impresa e Protezione civile sono nodi di grandissimo rilievo, così come alcune competenze ambientali. Sono funzioni che servono a rispondere alle necessità del cittadino e delle aziende, esigenze di vita e di produttività e competitività, ma anche a garantire l’incolumità delle persone nell’ordinarietà degli spostamenti su strada, nella normalità della presenza di edifici scolastici decorosi e non pericolosi, così come nelle straordinarie situazioni di emergenza cui, purtroppo, il nostro territorio negli ultimi anni ha dovuto spesso far fronte. Ma abbiamo altre ambizioni: vogliamo restituire alla Provincia il ruolo che merita, perché è l’unico ente di area vasta che ci interessa. Sarà la casa dei Comuni: un incubatori di servizi e di coordinamento per tutto il territorio».
«Voi che siete presidenti come me, voi che credete nella Provincia come me, dobbiamo, tutti insieme, fare una battaglia per riportare fondi e possibilità di assunzioni per dotare di nuove risorse, economiche ed umane, l’Ente. Dobbiamo riempire con progetti e contenuti condivisi la Provincia, facendone ad esempio un contenitore funzionale di servizi per i piccoli comuni, così come di idee e di strutture da mettere a disposizione degli imprenditori per fare rete, sia istituzionale che economica, e portare all’esterno tutta la forza che i nostri territori possono offrire».